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Il Surrealismo è un movimento letterario ed artistico nato a Parigi sotto l'impulso teorico di André Breton con la pubblicazione, nel 1921, del Primo Manifesto del Surrealismo. Alla metà degli anni Venti, aderirono al Surrealismo Max Ernst, Jean Arp e Man Ray, ai quali si unirono poi, per un breve periodo, Alberto Giacometti, René Magritte, André Masson, Joan Miró e Yves Tanguy. Salvador Dalì si avvicinò al movimento nel 1930, ma fu in seguito accusato di perseguire esclusivamente interessi privati e commerciali. Vero e proprio movimento d'avanguardia, ebbe la sua massima espansione nel periodo fra le due guerre.

Nel suo manifesto, Breton definisce il Surrealismo come un "automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale". È un'evoluzione del Dadaismo, ma, al contrario di questo movimento, che ha l'obiettivo di abbattere tutte le "restrizioni" artistiche radicate da secoli, il Surrealismo rovescia l'idea distruttiva dadaista attribuendo all'arte un ruolo edificante suggerito dall'interiorità dell'uomo. Elementi sostanziali del pensiero surrealista sono la riconsiderazione della componente irrazionale della creatività umana e la volontà di esprimere, attraverso l'arte, le manifestazioni del subconscio: un rifiuto della logica umana e delle restrizioni della civiltà a favore di una totale libertà di espressione che trova riferimento teorico nelle innovative ricerche psicanalitiche di Freud. Il Surrealismo rivaluta il sogno, l'irrazionalità, la follia, gli stati di allucinazione, cogliendo l'essenza intima della realtà.

Mossi da motivazioni ideologiche prima ancora che estetiche (l'adesione al marxismo ne costituirà un tratto saliente), i surrealisti rifiutarono la nozione di autonomia dell'arte (l'art pour l'art) e ogni separazione di campo tra discipline, ambiti culturali, piani espressivi; nelle loro opere tentarono di suggerire imprevisti ponti tra vita sensoriale e libera immaginazione, mondi possibili e fantastici. L'arte deve essere il risultato dell'immediata corrispondenza tra inconscio e gesto poetico o pittorico: la coscienza non deve esercitare alcun controllo morale o razionale sui risultati finali, in ossequio a canoni estetici prestabiliti o a tabł. Perciò i surrealisti ricorrono al principio dell'"automatismo psichico" (preso a prestito dalla psicanalisi freudiana e adattato al dominio della creazione artistica), e al sogno come luogo privilegiato in cui approdare ad una "surrealtà", intesa quale "punto supremo" in cui tutte le contraddizioni trovano soluzione.

La ricerca di un "modello puramente interiore", cui la pittura deve ubbidire, trovò ispirazione in varie fonti: il simbolismo visionario di Moreau, l'effetto di straniamento degli interni metafisici di De Chirico, la radicalità dadaista di Duchamp, la spontaneità dell'astrazione lirica di Kandinskij, la valenza magica ed enigmatica dell'arte dell'Oceania, dell'Alaska e del Nuovo Messico, la creatività irrazionale dei malati mentali. Il Surrealismo riconobbe tra i propri precursori artisti quali il pittore italiano Paolo Uccello (vissuto nel XV secolo), il poeta e artista britannico William Blake (XVIII-XIX secolo), il francese Odilon Redon (XIX-XX secolo), accomunati da forza visionaria e spiccata immaginazione.

I pittori surrealisti non appaiono come un gruppo omogeneo (come gli impressionisti francesi). In particolare, ognuno di loro ha un suo modo personale di portare alla luce la propria psiche; fra di essi Salvador Dalì si distingue per la sua originale teoria della "paranoia critica", definita come "metodo spontaneo di conoscenza irrazionale dei fenomeni deliranti", che mira ad oggettivare le immagini oniriche.

I pił grandi successi del Surrealismo si sono avuti nelle arti figurative, dove la fusione tra realtà e sogno si esplica nel libero accostamento di materiali diversi che riproducono contenuti onirici e visioni inconsce. Una grande varietà di stili era ammessa; infatti, i surrealisti misero a punto numerose tecniche inedite: il collage di materiali diversi, il frottage (Ernst), la pittura automatica (Masson, Miró e Tanguy), i quadri di sabbia (Masson), i fotomontaggi (i "Rayogrammes" di Man Ray), la decalcomania (Oskar Dominguez), il fumage (Wolfang Paalen).

La poetica surrealista coinvolse anche altri artisti che, pur non aderendo ufficialmente al Surrealismo, ne furono comunque influenzati (Picasso e Klee). Alla fine degli anni '20 il movimento si internazionalizzò sviluppandosi in Belgio (Magritte), in Cecoslovacchia e in Giappone. Durante la Seconda Guerra Mondiale numerosi surrealisti emigrarono negli Stati Uniti dove pittori quali Masson, Ernst e Matta influenzarono in modo determinante la pittura americana (Arshile Gorky e l'Espressionismo astratto). Dopo la guerra, rotture, esclusioni e nuove adesioni modificarono il profilo del gruppo.

Va infine menzionata la particolare importanza accordata dai surrealisti all'attività espositiva, che si concretizzò in una serie di mostre internazionali, la prima tenutasi a Londra nel 1938 e l'ultima a Parigi nel 1966.

Manifesto del Surrealismo
André Breton
Joan Miró
René Magritte
René Magritte
Max Ernst
Salvador Dalì


Per ulteriori approfondimenti sul movimento surrealista è possibile scaricare un file Word (1.354 KB), disponibile anche in formato compresso (Winzip - 1.269 KB).





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Joan Miró - A cura di: Mattavelli Chiara

Progetto svolto nell'ambito del corso di Informatica 1 C
Universita' degli Studi di Bergamo