Victor HUGO, I MISERABILI Sommario PARTE PRIMA- FANTINE Fino a quando esisterà, per causa delle leggi e dei costumi, una dannazione sociale, che crea artificialmente, in piena civiltà, degli inferni e che complica con una fatalità umana il destino, che è divino; fino a quando i tre problemi del secolo, l'abbrutimento dell'uomo per colpa dell'indigenza, l'avvilimento della donna per colpa della fame e l'atrofia del fanciullo per colpa delle tenebre, non saranno risolti; fino a quando, in certe regioni, sarà possibile l'asfissia sociale; in altre parole, e, sotto un punto di vita ancor più esteso, fino a quando si avranno sulla terra, ignoranza e miseria, i libri del genere di questo potranno non essere inutili. Hauteville House, I gennaio l862 LIBRO PRIMO - UN GIUSTO IX - IL FRATELLO RACCONTATO DALLA SORELLA Per dare un'idea dell'andamento della casa di monsignor vescovo di Digne e del modo col quale quelle due sante donne subordinavano i loro atti, i loro pensieri e persino i loro istinti di donne facili allo sgomento, alle abitudini e alle intenzioni del vescovo, senza ch'egli avesse neppur la fatica di parlare per esprimerli, non possiamo far di meglio che trascriver qui una lettera della signorina Baptistine alla signora viscontessa di Boischevron, sua amica d'infanzia, lettera che è in nostro possesso. "Digne, 16 dicembre 18... "Mia buona signora, non passa giorno senza che parliamo di voi. È la nostra consueta abitudine; ma v'è una ragione di più per farlo. Immaginatevi che nel lavare e nello spazzolare il soffitto ed i muri, la signora Magloire ha fatto delle scoperte; ora le nostre due camere, colla loro vecchia tappezzeria di carta, imbiancata col latte di calce, non stonerebbero in un castello del genere del vostro. La signora Magloire ha strappato tutta la carta e sotto c'era qualcosa. Il mio salotto, dove non ci sono mobili e che ci serve per stendere il bucato, è alto quindici piedi, lungo e largo diciotto, con un soffitto, un tempo, dorato e coi travicelli come in casa vostra; una volta, quand'era ospedale, era ricoperto da una tela. Ha inoltre ornamenti in legno del tempo delle nostre nonne. Ma bisogna vedere la mia camera; la signora Magloire ha scoperto, sotto almeno dieci carte incollatevi sopra, delle pitture che, senza essere buone, sono sopportabili. Vi è Telemaco, creato cavaliere da Minerva, poi ancora nei giardini... mi sfugge il nome; si tratta, per farla breve, del luogo in cui le dame romane si recavano una notte sola. Che vi dirò ancora? Ho dei romani, delle romane (qui v'è una parola illeggibile) e tutto il seguito. La signora Magloire ha ripulito il tutto e quest'estate riparerà alcuni piccoli guasti, rivernicerà ogni cosa; così la mia stanza sarà un vero museo. Ha pure trovato in un angolo del solaio due mensole di legno, di stile antiquato, ma chiedevano due scudi da sei lire per ridorarle ed è preferibile dar quel denaro ai poveri. Del resto, erano bruttissime ed io preferirei una tavola rotonda di mogano. "Sono sempre felicissima. Mio fratello è tanto buono: dà tutto quello che ha agli indigenti ed ai malati. Siamo un poco in imbarazzo. Questa regione è brutta d'inverno e bisogna bene far qualcosa per quelli che mancano di tutto; noi, all'incirca, abbiamo di che riscaldarci ed illuminarci. Vedete bene che queste sono grandi fortune. "Mio fratello ha le sue abitudini. Quando discorre, dice che un vescovo dev'essere così. Immaginatevi che la porta di casa non è mai chiusa; chi vuole entra e in un momento è nella stanza di mio fratello; ma egli non teme nulla. È il suo coraggio, lui dice. "Non vuole che io, né la signora Magloire temiamo per lui, si espone a tutti i rischi e non vuole neppure che abbiamo l'aria di accorgercene. Bisogna saperlo capire. "Esce quando piove, cammina nell'acqua e viaggia in pieno inverno, senza aver paura dell'oscurità, delle strade sospette e dei brutti incontri. [...] X - IL VESCOVO IN PRESENZA D'UNA LUCE SCONOSCIUTA In un'epoca alquanto posteriore alla data della lettera citata nelle pagine precedenti, egli fece una cosa, ancor più pericolosa, stando a tutta la città, della sua passeggiata attraverso le montagne dei banditi. Vicino a Digne, in campagna, v'era un uomo che viveva solitario; quell'uomo, diciamo subito la parola grossa, era un antico membro della Convenzione. Si chiamava G. Nel ristretto ambiente di Digne si parlava del convenzionale G. con una specie d'orrore. Ve l'immaginate, un convenzionale? Era cosa di tempi in cui ci si dava del tu e si diceva cittadino. Quell'uomo era a un dipresso un mostro; non aveva votato la morte del re, ma quasi; era un quasi regicida, era stato terribile. Come mai, al ritorno dei principi legittimi, quell'uomo non era stato tradotto davanti a una corte prevostale? Non gli avrebbero tagliato la testa, perché ci vuol clemenza; ma almeno l'avrebbero bandito a vita. Un esempio, dopo tutto, eccetera, eccetera! Del resto era un ateo, come tutta quella genìa... Cicaleccio delle oche sull'avvoltoio. Ma era proprio un avvoltoio, quel G.? Sì, stando a quel che v'era di selvaggio nella sua solitudine. Siccome non aveva votato la morte del re, non era stato compreso nel decreto d'esilio ed aveva potuto restare in Francia. Abitava a tre quarti d'ora di distanza dalla città, lontano da ogni capanna, da qualsiasi strada, in un incognito recesso d'una valletta selvaggia; laggiù aveva, si sussurrava, una specie di campo, una tana, un ricovero. Nessun vicino e nemmeno l'ombra d'un viandante; da quando abitava in quella valletta, il sentiero che vi conduceva era scomparso sotto l'erba. Si parlava di quel luogo come della casa del boia. Pure, il vescovo di tanto in tanto guardava pensieroso l'orizzonte dalla parte dove un ciuffo d'alberi indicava la valletta del vecchio convenzionale, dicendo fra sé: "Ecco un'anima che è sola." E, in fondo al suo pensiero, aggiungeva: "Debbo visitarlo." questo testo è distribuito con la licenza specificata all'indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/; è tratto da "I Miserabili", di Victor Hugo, edizione Garzanti 1981, su licenza Mursia e pubblicato da Liber Liber per concessione della Ugo Mursia Editore S.p.A.