Victor HUGO, I MISERABILI Sommario PARTE PRIMA- FANTINE Fino a quando esisterà, per causa delle leggi e dei costumi, una dannazione sociale, che crea artificialmente, in piena civiltà, degli inferni e che complica con una fatalità umana il destino, che è divino; fino a quando i tre problemi del secolo, l'abbrutimento dell'uomo per colpa dell'indigenza, l'avvilimento della donna per colpa della fame e l'atrofia del fanciullo per colpa delle tenebre, non saranno risolti; fino a quando, in certe regioni, sarà possibile l'asfissia sociale; in altre parole, e, sotto un punto di vita ancor più esteso, fino a quando si avranno sulla terra, ignoranza e miseria, i libri del genere di questo potranno non essere inutili. Hauteville House, I gennaio l862 LIBRO SECONDO - LA CADUTA V - TRANQUILLITÀ Data la buona sera alla sorella, monsignor Bienvenu prese sulla tavola uno dei due candelieri d'argento, consegnò l'altro all'ospite e disse: "Signore, vi condurrò nella vostra stanza." L'uomo lo seguì. Come si sarà potuto notare da quanto si è detto prima, l'abitazione era suddivisa in modo che, per entrare nell'oratorio in cui trovavasi l'alcova, e per uscirne, bisognava attraversare la camera da letto del vescovo. Nel momento in cui attraversarono quella camera, la signora Magloire stava riponendo l'argenteria nello stipo presso il capezzale del letto; era quella l'ultima cura ch'ella si dava ogni sera, prima d'andare a coricarsi. Il vescovo accompagnò l'ospite fino all'alcova dov'era apparecchiato un letto lindo e pulito; e l'uomo posò il candeliere su un tavolino. "Suvvia," disse il vescovo "buona notte. Domattina, prima di partire, berrete una tazza di latte delle nostre vacche appena munto." "Grazie, signor abate," disse l'uomo Aveva appena pronunciato quelle parole piene di pace, quando tutt'a un tratto, fece uno strano movimento, che avrebbe agghiacciato di terrore le due sante donne, se ne fossero state testimoni. Ancor oggi, ci è difficile renderci conto di ciò che lo spingeva in quel momento: voleva dare un avvertimento o scagliare una minaccia? Ubbidiva semplicemente ad una sorta d'impulso istintivo ed oscuro a lui stesso? Sta di fatto che si voltò bruscamente verso il vecchio, incrociò le braccia e, fissando sull'ospite uno sguardo feroce, esclamò con voce rauca: "È proprio così, dunque? E mi alloggiate così vicino a voi?" S'interruppe, per aggiungere poi, con una risata oscena: "Avete riflettuto bene? Chi vi dice ch'io non abbia assassinato?" Il vescovo levò gli occhi al soffitto e disse: "Ciò riguarda il buon Dio." Poi, gravemente e movendo le labbra come uno che preghi o parli a se stesso, levò due dita della destra e benedisse l'uomo, che non si curvò: e, senza volgere il capo, senza guardarsi indietro, tornò nella sua camera. Quando l'alcova era abitata, un tendone di saia tirato attraverso l'oratorio nascondeva l'altare; passando dinanzi a quel tendone, il vescovo s'inginocchiò per una breve preghiera. Un istante dopo, era in giardino, camminando, sognando e contemplando, coll'animo e il pensiero interamente assorti in quelle grandi cose misteriose che Dio mostra di notte agli occhi che restano aperti. Quanto all'uomo, era davvero tanto stanco, che non aveva neppur approfittato di quelle lenzuola candide, così buone; aveva spento la candela con una narice, secondo l'uso dei forzati e s'era lasciato cadere vestito com'era sul letto, addormentandovisi subito profondamente. Suonava mezzanotte, quando il vescovo rientrò dal giardino nella sua camera. Pochi minuti dopo, tutto nella casetta dormiva. VI - JEAN VALJEAN Nel cuore della notte, Jean Valjean si svegliò. Jean Valjean apparteneva ad una povera famiglia di contadini della Brie. Da ragazzo non aveva imparato a leggere e, fatto uomo, era divenuto potatore a Faverolles; sua madre si chiamava Jeanne Mathieu e suo padre Jean Valjean o Vlajean ch'era probabilmente un soprannome, a contrazione di Voilà Jean (Ecco Giovanni). Jean Valjean era di carattere meditabondo, senz'esser triste, caratteristica degli animi affettuosi; però, tutto sommato, lo si poteva dire piuttosto pigro e insignificante, almeno all'apparenza. Aveva perduto il padre e la madre da piccino. La madre era morta per una febbre da latte mal curata e il padre, potatore come lui, s'era ammazzato, cadendo da un albero; ed a Jean era rimasta soltanto una sorella più anziana di lui, vedova con sette figli e figlie. Quella sorella aveva allevato Valjean e, fin che le era vissuto il marito, aveva dato alloggio e vitto al giovane fratello. Alla morte del marito, il maggiore dei sette figli aveva sette anni e il minore uno. Jean Valjean entrava allora nel venticinquesimo anno; sostituì il padre e soccorse a sua volta la sorella che l'aveva allevato, il tutto semplicemente, come un dovere, anzi con qualcosa di burbero da parte di Jean. In tal modo la sua gioventù si consumava in un lavoro faticoso e mal retribuito. Nessuno gli aveva mai conosciuto una "buona amica": non aveva avuto il tempo d'innamorarsi. La sera, rincasando stanco, mangiava la minestra senza dire una parola. La sorella, mamma Jeanne, gli levava spesso dalla scodella, mentre stava mangiando, il meglio del suo pasto, il pezzo di carne, la fetta di lardo, il cuore del cavolo, per darlo a qualcuno dei figli; ed egli, sempre mangiando, chino sulla tavola, colla testa quasi nella minestra e coi lunghi capelli che ricadevano intorno alla scodella e gli nascondevan gli occhi, aveva l'aria di non veder nulla e lasciava fare. C'era a Faverolles, poco lontano dalla capanna dei Valjean, dall'altra parte della stradicciola, una fattoressa che si chiamava Maria Claudia; i bimbi Valjean, di solito affamati, andavano qualche volta a farsi prestare, in nome della mamma, una pinta di latte da Maria Claudia e se la bevevano dietro una siepe o in qualche angolo d'un viale, strappandosi il vaso l'un l'altro e con tanta furia, che le bambine se lo rovesciavano sul grembiule o nell'apertura del vestito. Se la madre avesse saputo di quel furto, avrebbe severamente corretto i delinquenti; ma Jean, brusco e brontolone, pagava a Maria Claudia, di nascosto dalla madre, la pinta di latte, ed i bambini non erano puniti.