Amore e ginnastica Edmondo De Amicis e Marco Lazzari Esercizio di riscaldamento per l'esame di luglio Sommario: i rientri suggeriscono il livello del titolo Nei primi tre paragrafi tutte le o sono in grassetto (Modifica, Sostituisci...) Essa aveva fatto amicizia con la Pedani fin da quando questa era entrata nella sua sezione municipale, presa subito da una simpatia di sorella maggiore per quella bella ragazzona incurante di sé e delle cose domestiche, con la quale aveva comune l'entusiasmo per la ginnastica; e le si era stretta anche meglio per soffocare con l'affetto un principio di gelosia e d'invidia che sentiva per la sua opulenta bellezza. Per questo, anzi, le aveva proposto di far casa fra due, e vivevano insieme da due anni. Ma col crescere della familiarità s'era presto turbata la buona armonia. La prima discordia era nata l'anno avanti, nell'occasione del grande congresso ginnastico di Torino, nel quale, determinandosi la divisione fra le due scuole obermannista e baumannista, la Pedani s'era gittata risolutamente nella seconda, ch'era la più ardita, e l'altra era rimasta, come voleva l'indole sua più femminea, nella prima. Poi erano sorti altri dissensi da cause più gravi. La Zibelli s'innamorava ogni momento, con una incredibile facilità a credersi corrisposta, per uno sguardo, per una frase gentile od equivoca, per il più piccolo atto di cortesia d'un maestro, d'un superiore, d'un parente d'una sua alunna; e sempre, in queste accensioni subitanee della fantasia, trovava o le pareva di veder sorgere tra sé e il supposto amante la sua bella amica, che sviasse l'attenzione di lui dalla sua persona, attirandola sulla propria, forse involontariamente, ma per questo appunto con suo più vivo dispetto. Il rientro nel Sommario dice che questo è un Titolo 2 E allora seguivano dei brutti periodi, durante i quali essa non la poteva soffrire, e attaccava questioni interminabili per un lume messo fuori di posto, perché quella si levava troppo presto, perché si faceva aspettare a tavola, per tutti i più futili pretesti; irritata anche più del non trovare alcuna presa alla sua stizza in quell'animo sano in corpo sano, in cui circolava la vita rapida e calda e pareva che l'operosità continua ed allegra soffocasse ogni senso per i piccoli screzi della vita domestica. Poi la Zibelli s'incapricciva d'un altro, e fin che l'illusione durava, tornava con essa all'amicizia espansiva e protettrice dei primi giorni, aiutandola a vestirsi, divertendosi del suo disordine, compiacendosi quasi dell'ammirazione con cui la vedeva guardata. Senonché, via via che le delusioni si succedevano, com'ella credeva, per cagion di lei, le manifestazioni della sua acrimonia s'andavan facendo più forti, e duravan più a lungo. Ora, quando era in uno di questi periodi, non le si accompagnava più per andar a scuola, sparlava di lei coi vicini, stava delle intere giornate senza aprir bocca o la contradiceva ferocemente dalla mattina alla sera. Ma sempre senza riuscire a metterla in collera. Nelle discussioni, l'amica le dava ragione quando l'aveva, ragionava pacatamente nel caso contrario, non dando importanza altro che al fondo della cosa, e quando la Zibelli le teneva il broncio, si contentava di guardarla ogni tanto, in atto di curiosità, seguitando a fare gli affari suoi, naturalissimamente, immutabile nella sua amicizia virile, senza tenerezze e senza grilli, la quale non dava molto, ma pretendeva poco. I prossimi due paragrafi su due colonne L'ultima rottura era seguita a cagione del maestro Fassi, che aveva ispirato alla Zibelli una calda simpatia, e di cui le continue conferenze con la Pedani a proposito della ginnastica la indispettivano acerbamente; ed essa avrebbe compito allora il proponimento, fatto molte volte, di piantar la casa, se la forza dell'abitudine, un resto di bontà e il non avere alcun pretesto confessabile, non l'avessero rattenuta. Ma più di tutto aveva poi giovato a ritenerla la persuasione che il segretario si fosse innamorato di lei. E non soltanto era rimasta, ma era tornata con l'amica alle tenerezze di prima. Ma neppure a questo la Pedani aveva badato. Essa viveva d'un solo pensiero: la ginnastica; non per ambizione o per spasso, ma per profonda persuasione che la ginnastica educativa, diffusa ed attuata com'essa ed altri l'intendevano, sarebbe stata la rigenerazione del mondo. Alla predilezione di quell'insegnamento l'aveva sempre portata il suo carattere maschio, avverso tanto ad ogni mollezza e sdolcinatura dell'educazione, che nei componimenti delle alunne essa cancellava inesorabilmente tutti i vezzeggiativi, e non tollerava nemmeno i più usuali dei nomi di battesimo, consacrati dal calendario dei Santi. Leggere l'ultimo paragrafo, spiego il TAB Per riuscire nell'intestazione o nel piè di pagina ad allineare la prima parte di testo a sinistra e la seconda a destra, devi usare fra la prima e la seconda parte il tasto di tabulazione o TAB, ossia quello che si trova sulla sinistra della tastiera, sopra il tasto di blocco delle maiuscole. Se non lo sapevi, prova a dargli un colpetto e poi scrivi e poi altro colpetto e poi scrivi ancora. Imparato? Occhio che se all'esame mi fai spazio spazio spazio spazio TI BOCCIO!!!