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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

::: Univ. di Bergamo > Facoltà di Lettere e Filosofia > Marco Lazzari > Santiago > Daniele Biella > Camino de Santiago e comunità virtuali

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I capitoli:
I sottocapitoli:

Il Camino de Santiago come comunità virtuale

Il mondo virtuale del Camino

Una persona, in una serata particolare, scopre che l’amico che non vedeva da qualche tempo è appena tornato da un viaggio speciale attraverso le terre spagnole, fino ad arrivare a quella città, Santiago de Compostela, di cui aveva sentito parlare in passato.

Nei giorni seguenti, interessato all’argomento, cerca informazioni e, conoscendo le potenzialità della Rete, digita le parole “camino+de+santiago” su un qualsiasi motore di ricerca, lo strumento che permette di risalire a tutti i siti web che contengano un riferimento al tema in questione. Quasi non crede ai suoi occhi, quando il numero delle voci che contengono le parole digitate supera di gran lunga le centinaia di migliaia.

Siti dedicati esclusivamente al pellegrinaggio redatti in tutte le lingue; chat, gruppi e liste di discussione in cui una moltitudine di individui tratta quotidianamente del tema; diari di viaggio multimediali (con foto, suoni, video) di semplici pellegrini che raccontano la loro esperienza; associazioni, confraternite, istituzioni che basano sullo sviluppo del Camino la loro attività: questi sono solo alcuni esempi che egli si trova di fronte, e l’elenco potrebbe continuare per molto.

In sostanza, la nostra persona si accorge di come un esperienza a priori del tutto appartenente alla realtà, quale è il pellegrinaggio, trovi una sua continuità in un ambiente che di reale, a prima vista, ha solo l’interazione fra l’uomo che digita i tasti e una macchina, il personal computer, che riproduce i caratteri (associati a ciascun tasto) su uno schermo.

Proprio quella continuità che permette di reintrodurre la parola virtualità e associarla al pellegrinaggio come a un suo diretto prolungamento nella Rete, favorendo la diffusione di quella a cui ci si può riferire con il nome di comunità virtuale giacobea.

Il passato, presente o futuro pellegrino si avvicina alla Rete il più delle volte spinto da un forte desiderio d’identità, che, come abbiamo visto nel primo capitolo, egli può pienamente soddisfare nel mondo on-line.

Coloro che hanno compiuto il Camino de Santiago (tutto o in una sua parte) rappresentano di gran lunga la maggioranza delle persone appartenenti alla comunità virtuale giacobea: essi diffondono eventi legati al pellegrinaggio, mantengono attive discussioni, raccolte e confronti di dati, danno consigli a chi si sta preparando ad affrontare l’esperienza, raccontano a più riprese “il proprio Camino” creando una pagina web nella quale riportano note, appunti, impressioni raccolte sulla strada per Santiago de Compostela. Più l’interesse è forte, più cresce l’esigenza di creare sulla Rete un ambiente comunitario e facilmente accessibile quale un gruppo o, meglio ancora, una lista di discussione1.

Seguendo la terminologia propria delle comunità virtuali, possiamo classificare la comunità virtuale giacobea come un’aggregazione di tipo:

È intenzionale in quanto una persona si avvicina alla Rete con la precisa volontà di trattare un tema specifico. In questo caso, appunto, il Camino de Santiago. È associativa poiché risponde a tutti i requisiti di quella categoria di comunità virtuale alla quale ci riferiamo con il nome di “associazione”2, in particolar modo il tener sempre presente l’importante ruolo che svolge il Camino all’interno della società contemporanea e l’assumere come priorità la salvaguardia della sua tradizione. Valorizzazione e propagazione del suo spirito rappresentano i passi immediatamente successivi. Infine, è strumentale e espressiva allo stesso tempo, in quanto la condivisione di interessi (peculiarità di una comunità di tipo strumentale) e il successivo instaurarsi di relazioni personali a volte assai profonde (comunità espressiva) sono prerogative di ogni incontro sulla Rete di quelli che possiamo chiamare ciberpellegrini.

Come in molte altre comunità presenti on-line, anche nel caso in questione avviene un’aggregazione spontanea di individui appartenenti a diversi strati sociali, condizione facilitata, negli ultimi anni, dalle aumentate possibilità di accesso alla Rete dovute alla sua diffusione capillare e ai minori costi di utilizzo.

La sua indiscussa popolarità permette a persone di ogni età, mansione o ceto, di partecipare alla vita virtuale del Camino avendo gli stessi diritti e doveri di tutti gli altri: anticipando un argomento del prossimo capitolo, quanto detto rispecchia completamente ciò che accade nel pellegrinaggio vero, in cui emerge l’elemento fisico di quella comunicazione faccia a faccia che non avviene sulla Rete.

Inoltre, anche nell’ambito della comunità virtuale giacobea la persona on-line acquista nuove caratteristiche che essa stessa si sceglie e può modificare di continuo. Queste caratteristiche la porteranno ad assumere ruoli che potrebbero risultare del tutto antitetici a quelli che occupa nella realtà di tutti i giorni.

Mentre tutte le caratteristiche elencate finora sono servite a legittimare l’esistenza di una comunità virtuale giacobea partendo da elementi che si possono ritrovare in ogni altra aggregazione, qui di seguito analizzeremo il tema dal punto di vista opposto, introducendo alcuni aspetti esclusivi della comunità legata al Camino.

Questi aspetti sono fondamentalmente tre, e derivano direttamente da alcune importanti proprietà del Camino stesso.

L’unione dei tre aspetti qui elencati con quanto detto precedentemente completa la descrizione di ciò che abbiamo chiamato comunità virtuale giacobea.

La sua diffusione aumenta ogni giorno, perché aumentano le persone che entrano in contatto col mondo del Camino de Santiago vero e proprio e utilizzano la Rete come fonte informativo-comunicativa principale.

La funzione della comunità virtuale giacobea è chiara: fornire un aiuto concreto alla diffusione del Camino de Santiago, veicolando tutto ciò che da un’esperienza reale può essere “tradotto” in un’esperienza virtuale.

Note

1 Per la loro definizione, vedi cap. 1.2.1. Per quanto riguarda un’analisi più approfondita delle liste di questo tipo che trattano del Camino, di essa ci occuperemo al cap. 3.3. Ritorno al testo

2 Vedi cap. 1.3.2. Ritorno al testo

3 La formula, ripresa dal ritornello della canzone medievale Dum Pater Familias, incita il pellegrino a non abbandonarsi alla fatica fisica (ULTREIA, più in là) e spirituale (SUSEIA, più in alto) perché egli troverà sempre supporto da una presenza amica (DEUS ADEUVANOS, Dio ci aiuta). Essa si ritrova spesso come saluto in alcune e-mail di membri delle liste di discussione sul Camino. Ritorno al testo

4 Vedi cap. 2.1.2. Ritorno al testo

Prosegue con: Il Camino de Santiago in Rete: i siti analizzati.


Marco Lazzari, Daniele Biella, Convergenze tra realtà e comunità virtuale nel pellegrinaggio a Santiago de Compostela, http://www.unibg.it/lazzari/santiago_de_compostela/daniele_biella/cap3_1.htm

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