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di seguito alcune delle favole più belle scritte da Fedro:
LA VOLPE e L'UVA
Un
giorno una volpe affamata passò accanto a una vigna e vide
alcuni bellissimi grappoli d'uva che pendevano da un pergolato.
- Bella quell'uva! - esclamò la volpe e spiccò un
balzo per cercare di afferrarla, ma non riuscì a raggiungerla,
perchè era troppo alta. Saltò ancora e poi ancora
e più saltava più le veniva fame.
Quando si accorse che tutti i suoi sforzi non servivano a nulla
disse: - Quell'uva non è ancora matura e acerba non mi piace!
- E si allontanò dignitosa, ma con la rabbia nel cuore.
La
favola è scritta per coloro che disprezzano a parole ciò
che non possono avere.
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LA
VOLPE e LA CICOGNA
Un
giorno la volpe invitò a cena la cicogna; per prendersi gioco
di lei le servì del brodo in un piatto largo. Mentre la volpe
lo lambì facilmente, la cicogna col suo lungo becco tentò
inutilmente, rimanendo a bocca asciutta.
La cicogna non disse nulla ma pochi giorni dopo ricambiò
l'invito. Per cena preparò una gustosa zuppa di carne tritata
che servì in un fiasco lungo e stretto. Il becco della cicogna
ci passava senza difficoltà mentre il muso della volpe non
riusciva ad entrarci.
Mentre la volpe leccava invano il collo dei quel fiasco l'uccello
migratore disse: - Deve ognuno seguire di buon grado quello di cui
egli stesso ha dato esempio! -
Chi
la fa l'aspetti!
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LA
VOLPE e IL CORVO
Un
giorno un corvo trovò sul davanzale di una finestra un bel
pezzo di formaggio; lo prese col becco e volò sul ramo di
un albero per mangiarselo in santa pace. Proprio in quel momento
passò di là una volpe che, allettata dal buon profumo,
alzò la testa e vide quel pezzo di formaggio prelibato.
- Buongiorno signor corvo! - esclamò la volpe astuta - Come
sei bello! Che splendide piume nere hai!...se la tua voce fosse
bella come le tue penne, tu saresti certamente il re degli uccelli!
-
Il corvo vanitoso si sentì lusingato dalle parole della volpe
e, non resistendo alla tentazione di far sentire la sua voce, aprì
il becco. Il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe prendendolo
al volo se lo pappò con delizia.
Chi
gode di essere lodato con parole ingannatrici prima o poi si pente.
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LA
RANA e IL BUE
Un
giorno, in un prato, una rana vide un bue. Le sembrò magnifico
e provò una profonda invidia per la sua imponenza.
Incominciò così a gonfiarsi quanto più poteva.
Interrogò poi i suoi piccoli chiedendo loro se fosse più
grande del bue. Essi risposero di no. Subito tese la pelle con sforzo
maggiore e chiese di nuovo chi fosse più grande. I figli
risposero: - Il bue! -
Sdegnata, la rana si gonfiò ancora di più e alla fine
scoppiò.
Quando
i piccoli vogliono imitare i grandi finiscono male.
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IL
LUPO e L'AGNELLO
Un
giorno un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si trovarono a bere
al medesimo ruscello. Mentre il lupo stava in alto, l'agnello era
più in basso. Ed ecco che il brigante, spinto dalla sua insaziabile
fame, suscitò un pretesto per litigare.
- Perché - disse il lupo - hai reso torbida l'acqua che sto
bevendo? -
L'agnellino, spaventato, replicò: - Come potrei fare ciò
di cui ti lamenti, lupo? L'acqua parte da te e poi scende alla mia
bocca -
Sconfitto dalla forza della verità il lupo disse: - Hai sparlato
di me sei mesi fa -
L'agnello rispose: - Veramente non ero ancora nato -
Ma il lupo urlò di nuovo: - Allora fu tuo padre a parlar
male di me - E lanciandosi sul povero agnellino lo sbranò,
dandogli ingiusta morte.
Questa
favola è stata scritta per gli uomini che opprimono gli innocenti
con falsi pretesti.
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LA
PARTE del LEONE
La
mucca, la capretta e la pecora, tolleranti delle offese, si allearono
nei boschi col leone. Avendo essi preso un grosso cervo, dopo aver
fatto le parti, il leone prese la parola e disse: - Io mi prendo
la prima perché mi chiamo leone; la seconda me la concederete
perché sono forte; la terza parte toccherà a me perché
valgo di più; quanto alla quarta, guai a chi la tocca! - Così
l'arroganza di uno solo portò via l'intera preda.
Dell'alleanza
col potente non ci si può mai fidare.
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