Esercizio di Word - Università degli Studi di Bergamo - Facoltà di Lettere e Filosofia SOMMARIO CAPITOLO VI La notte furono alloggiati tutti alla meglio dal parroco del paese, al quale non parea vero d'aver nella sua povera casa ospiti di quella taglia, ed ebbe occasione d'invanirsene un pochino e di menarne poi vanto per un pezzo. Ivi, a Varenna voglio dire, trovavasi ancora il Pelagrua, messo in mezzo alla via, come suol dirsi, senza roba, senza danari, senza un appoggio, senza un assegnamento al mondo; forzato a sbrattar tosto del paese, dove tutti lo conoscevano e gli volean bene come al mal di capo, ridotto insomma al partito d'un cane scacciato dal padrone. Il tristaccio venne la mattina tutto raumiliato, almeno al di fuori, a raccomandarsi pigolando al curato di Limonta, che per carità volesse perdonargli tutto il male che gli aveva fatto, e il di peggio che gli avrebbe voluto pur fare nel tempo addietro, ed aiutarlo in tanta necessità a trovare un qualche compenso al suo caso mezzo disperato. Il buon prete Il buon prete ebbe compassione non tanto di lui, al quale un po' di penitenza sarebbe stata pur bene, quanto della sua donna, e del suo innocente bambino; e però gli promise che l'avrebbe raccomandato al conte del Balzo, quantunque, per dir vero, non isperasse d'averne a cavare un grande aiuto. Ma per fortuna di quel mariuolo, quando il curato entrò dal Conte trovollo in compagnia della figlia e di Ottorino. La fanciulla naturalmente umana e compassionevole, che avea vista la moglie del Pelagrua quando s'era rifuggita in castello, che aveva diviso colla madre la pietà inspirata da quella povera donna, fu subito tocca dalle parole del pievano, e insistette presso il padre perchè trovasse un ricovero a quello scaduto e alla sua famiglia. Pensate come dovessero essere accolte dal Conte quelle sollecitazioni, le quali tendevano niente meno che a metterlo nel rischio di rompere affatto coll'abate di S. Ambrogio, e questo in grazia d'una cosa che l'avrebbe poi per ristoro fatto venire in uggia anche a tutti quei di Limonta. Il povero uomo che non voleva con tutto ciò disdire apertamente alla sua figlia, andava accattando scuse e pretesti, balbettava, si storceva che pareva sulle spine; ma Ottorino, beato di poter compiacere alla fanciulla e gradire al padre di lei, si profferse volonterosamente d'allogare egli il Pelagrua, e, data la cosa già per fatta, ne ricevette da Bice in ringraziamento un'occhiata di così ingenua e lieta bontà, un'occhiata così serena e carezzosa, che il giovane se ne sentì scorrere la dolcezza per tutte le vene. Il curato di Limonta Il curato di Limonta, tratto in disparte il giovane, credette dover suo d'avvisarlo di che pelo fosse l'uomo cui si disponeva a far del bene, certo che tali informazioni l'avrebbero dovuto mettere in guardia; ma egli un po' per quella baldanza naturale dell'età, un po' che non potea entrargli, che uno, il quale era stato, dirò così, benedetto dalla compassione di Bice, potesse durare ad essere tristo, quando lo fosse anche stato prima, non fece gran caso delle parole del prete; e non vedendo altro di meglio, si decise di indirizzare il suo protetto a Marco Visconti, il quale per amor suo non avrebbe mancato al certo di collocarlo in qualcheduno dei tanti castelli ch'ei possedeva. Mandò dunque a cercare l'occorrente per iscrivere una lettera a Marco, ma lo credereste? in tutto il paese non fu trovato un calamaio, una penna, un pezzetto di pergamena o di carta bambagina a volerli pagar tant'oro. Il curato non s'impacciava di scritture, lo speziale e i pochi signori non sapevano da che parte la penna gettasse: e non era codesto un privilegio del curato, dello speziale, dei signori di Varenna; poco su, poco giù, era la stessa storia dappertutto; e dico non solo sul lago di Como, ma in tutto il contado, ma in tutta Italia, ma in tutta Europa; ed è naturale: in un secolo tutto spadoni e lance e balestre, tutto rôcche merlate e castelli e campi aperti ed affronti, come avrebbero allignato le lettere? una pianticella tenera, gentile, permalosa, che ama il rezzo e la solitudine e non vuol essere scalpicciata o tramenata? Basta, il falconiere ricordossi in buon punto d'un vecchio notaio che soleva abitare a Perledo, un paesello sulla montagna, alle cui falde è fabbricata Varenna, vi salì tosto e tornò con tutto quel che faceva mestieri, quantunque s'avesse dovuto penar molto anche colà per macerare lo stoppaccio del calamaio arso e secco da più d'un anno. Il giovane scrivendo a Marco per raccomandargli il Pelagrua dovette pur venire a dichiarargli perchè e per come egli fosse entrato in quell'impegno; narrògli dunque tutto quello che gli era accaduto, dal duello del suo scudiere fino a ...