Alan Alexander Milne (18 gennaio 1882 - 31 gennaio 1956) è 
   uno scrittore britannico noto soprattutto per una serie di libri per bambini con protagonista l'orsacchiotto Winnie-the-Pooh.
   Milne nacque in Scozia ma fin dalla prima infanzia visse a Londra, dove frequentò
   una piccola scuola privata 
   a Kilburn, diretta da suo padre John Vine Milne.Uno dei suoi insegnanti fu H. G. Wells.
   In seguito frequentò 
   la Scuola di Westminster e il Trinity College di Cambridge dove studiò matematica
   grazie a una borsa di studio.
   Mentre era al Trinity si occupò della redazione della rivista scolastica Granta, 
   per la quale scrisse anche,   
   insieme al fratello Kenneth,diversi articoli che furono pubblicati con la firma
   "AKM".
   
   Gli scritti di Milne suscitarono l'interesse della principale rivista umoristica
   inglese Punch della
   quale Milne divenne in seguito collaboratore e assistente di redazione.
   Suo figlio Christopher Robin nacque nel 1920.
   Durante la seconda guerra mondiale Milne entrò nell'esercito, ma al termine della
   guerra espose posizioni fortemente
   critiche nei confronti del conflitto, riportate poi nel suo saggio Peace 
   with Honour ("pace onorevole", 1934),
   posizioni che avrebbe in seguito ritrattato nel 1940 con War with Honour
    ("guerra onorevole").
   Nel 1925 acquistò una villa di campagna, Cotchford Farm, a Hartfield nello
   East Sussex, dove si sarebbe ritirato a partire
   dal 1952 dopo un grave intervento al cervello che lo avrebbe reso invalido
   in modo permanente.
   Fra la fine della guerra e la metà degli anni '20 Milne pubblicò parecchie opere
   di diversi generi, soprattutto romanzi
   (tra cui anche il romanzo giallo The Red House Mistery) e lavori teatrali.
   Questi lavori lo resero celebre sia in Inghilterra che negli Stati Uniti. Milne decise poi di dedicarsi alla letteratura
   per ragazzi. La prima incursione in questo tipo di letteratura è la raccolta di racconti 
   Gallery of Childrendel 1925.
   L'anno successivo pubblicò un lavoro destinato ad un successo tanto travolgente
   da oscurare tutta la sua precedente carriera:
   Winnie Puh (Winnie-the-Pooh).
   Winnie the Pooh era un piccolo cucciolo d'orso rimasto senza mamma, acquistato
   dall'ufficiale veterinario Colebourn
   in Canada durante la Prima Guerra Mondiale e in seguito da questi donato allo Zoo
   di Londra. Il cucciolo si chiamava Winnipeg,
   dal nome della città natale di Colebourn, ma diventò presto "Winnie" per il dolce
   carattere dell'animale.
  A Londra divenne subito molto popolare ed amato, soprattutto dai bambini: fra loro
  ve n'era uno particolarmente affezionato,
  Christopher Robin, figlio dello scrittore Alan Alexander Milne.
  Christopher Robin aveva ricevuto in dono per il suo primo compleanno un orsacchiotto
  di pezza chiamato Edward,
  ma abbreviato poi in Teddy, dal quale non si separava mai.
  Il bambino, dopo parecchie visite allo zoo nel recinto del piccolo Winnie, decise di
  ribattezzare il suo orsacchiotto Teddy
  "Winnie" e presto "Winnie-l'orso" diventò il protagonista delle storie della buona 
  notte che Milne scriveva per il figlio.
  Il piccolo Milne possedeva tanti altri pupazzi che stimolarono la fantasia del padre,
  cosicché le sue favole iniziarono a
  popolarsi di nuovi personaggi:  Pimpi, un piccolo 
  maialino rosa molto timoroso;
  Tigro, una tigre allegra e saltellante; 
  Ih-Oh un asinello
  sempre triste e sconsolato perché perde continuamente la coda, attaccata da uno 
  spillo; Tappo
  un coniglietto che si lamenta sempre ed in particolare dei guai procurati da Pooh. 
  Ci sono poi i due canguri:
  Mamma Kanga e il Piccolo Roo che sta sempre 
  nella tasca del marsupiale.
  Tra di essi, naturalmente, c'è lo stesso Christopher Robin, l'unico protagonista umano, 
  perno di tutte le storie.
  Oggi i giocattoli originali sono esposti alla Donnell Library, la grande biblioteca 
  pubblica nella Quinta strada a New York, nella sezione della letteratura per l'infanzia.
  La fama di Winnie the Pooh iniziò subito dopo la pubblicazione della storia del volo 
  dell'orsetto sul palloncino di Christopher Robin
  nell'edizione natalizia del London Evening News. Un pubblico sempre più 
  numeroso ed esigente seguì le avventure dell'orsetto,
  soprattutto in seguito alla diffusione degli episodi via radio.
  Il libro "Winnie the Pooh" (1926) fu subito un successo: incontrò i consensi di 
  pubblico e critica e, nei due anni che seguirono,
  lo scrittore replicò con la pubblicazione della raccolta "Now We Are Six" e 
  "The House at Pooh Corner", il seguito di "Winnie the Pooh".
  I libri di Pooh divennero rapidamente classici della 
  letteratura per ragazzi.
  Essi vengono talvolta paragonati alle opere di un altro inglese della generazione
  precedente, Lewis Carroll, soprattutto per il ruolo
  importante che vi svolono la logica e l'uso creativo del linguaggio (sebbene i libri 
  di Milne siano certamente più spensierati e giocosi
  dei romanzi di Alice).
  Tutte le storie di Winnie scritte da A.A. Milne furono splendidamente illustrate da 
  Ernest H. Shepard, già vignettista del Punch,
  che ispirò i propri disegni direttamente dall'ambiente natale di Winnie e di Christopher
  Robin nella loro splendida tenuta ad Hartfield,
  nell'East Sussex dove scoprì il bosco in cui il bambino giocava con i suoi pupazzi, 
  conosciuto oggi come "Il Bosco dei 100 Acri".
  Nei tardi anni Sessanta Shepard avrebbe donato i bozzetti della creazione di Winnie 
  al Victoria ed Albert Museum di Londra, da dove sono
  spesso spostati per essere esposti nei musei di tutto il mondo.
  Dopo il secondo libro di Puh, Milne decise, per usare le sue parole, di "dire addio a 
  tutto ciò con 70.000 parole" (la lunghezza approssimativa
  dei suoi quattro libri per bambini. Mente eclettica, Milne non amava ripetersi;  
  e Christopher Robin, sua fonte d'ispirazione, stava diventando grande.
  Nel 1929 Milne, al culmine del successo, cede parzialmente i diritti dei suoi personaggi 
  all'editore Stephen Slesinger e riprende la sua produzione
  letteraria "per adulti", ma con difficoltà: paradossalmente, uno degli effetti dei libri
  di Pooh fu quello di far tramontare il nome di Milne nel
  settore della letteratura "per adulti". Persino Punch alla fine iniziò a rifiutarlo,
  sebbene l'editore Methuen continuasse a pubblicare tutto quello
  che Milne scriveva.
  Alla sua morte, agli inizi degli anni Sessanta, i diritti letterari di Winnie the Pooh
  passano, dopo alterne vicende, alla Disney, che opera
  un restyling grafico sui personaggi per proporli al pubblico americano, adattando le 
  storie di Milne e creandone successivamente di originali.
  Inizialmente furono prodotti tre cortometraggi, per consentire al pubblico americano di
  conoscere i personaggi a poco a poco: si trattava di 
  "Winnie the Pooh and the Honey Tree", "Winnie the Pooh and the Blustery Day", e "Winnie the 
  Pooh and Tigger Too". Il film vero e proprio uscì 
  nel 1977 con il titolo di "The Many Adventures of Winnie the Pooh" con una grafica dei
  personaggi rivisitata ed adattata all'animazione;
  i cambiamenti riguardavano anche la figura di Winnie, che diventò più grassottello e si vestì 
  di una maglietta rossa. I colori si fecero più
  intensi e i contorni più definiti, anche se tutti i personaggi mantennero i tratti distintivi
  delle illustrazioni di E.H. Shepard.
Da allora il successo è planetario: il tenero orsetto è al cinema (e nel 1969 vince anche un Oscar come miglior cortometraggio), in televisione, protagonista di collane letterarie di tipo educational, riprodotto sugli oggetti più vari attraverso un merchandising di dimensioni colossali. Nel 2006 in seguito all'ottantesimo anniversario della pubblicazione dei racconti la Disney ha organizzato una serie di iniziative per celebrare la festa, tra cui l'apposizione delle orme di Winnie nella strada delle star, la famosissima Hollywood Walk of Fame. Oggi Winnie the Pooh e i suoi amici popolano la fantasia di moltissimi bambini in tutto il mondo, che amano l'ingenua semplicità dell'orsetto "dal cervello molto piccolo", come lui stesso si definisce.
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