L'anatra messicana - prima pagina

"Quando il merci delle 3 e 12 per Spokane arrivò allo scambio di Meriwether Est, il macchinista azionò la sirena e lasciò sfuggire un lungo gemito lamentoso nell'aria umida e gonfia di neve della seconda tempesta d'autunno del Montana occidentale. Ricordava dannatamente la prima nota di una ballata di Hank Snow. Fu allora che trassi il cavo di alimentazione da sotto il jukebox e infilai la spina nella prolunga. Quando lasciai cadere una moneta da venticinque nella fessura, il grosso arnese ruttò, i tubi fluorescenti al neon ammiccarono dolcemente nella notte e la locomotiva sembrò assestarsi più saldamente sulle rotaie della ferrovia.
"Sei sicuro di sapere cosa stai facendo, Sughrue?" mi chiese l'avvocato Rainbolt, accovacciato accanto alla massicciata.
"Ehi, non so chi sia questo tipo del rock and roll, e non mi interessa neanche se canta come una ragazza", affermai con decisione. "Ma perdio, ho stretto la mano a Hank Snow proprio lì…" - agitai la bottiglia rotta di tequila Herradura verso il retro dell'Hell Roaring, bar e spaccio di alcoolici, oltre la distesa bianca del parcheggio vuoto - "… e loro non hanno il diritto di toglierlo dal jukebox."
Solly mi prese la bottiglia di mano, bevve un sorso, poi me la rese e fece salterellare un mucchietto esiguo ma pericoloso di cristalli di metedrina sul palmo coperto di cicatrici della mano. Guardò verso l'alto, sorridendo, mentre giganteschi fiocchi di neve si scioglievano sui suoi ispidi capelli biondi. "Ma qual è esattamente Lui?" chiese. "Per me questi cantanti country cantano tutti come delle ragazze."
"Stronzo".
Solly era molto divertito: sorrideva come il gatto che prima di mangiare il canarino se l'era fottuto. Agli avvocati piace moltissimo fottere la gente."

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