Aggiornamento:
ovvero
Premessa fondamentale: questa NON È una pagina ufficiale su come si calcola la media degli esami all'università: la scrivo in maniera informale per fare un po' di luce, è aggiornata alla data che vedete in cima alla pagina (mm/gg/aaaa) e al mio grado di conoscenza della materia in quel momento.
Anticipazione: non c'è una regola uguale per tutti i corsi di laurea per calcolare la media degli esami, che poi contribuisce in maniera determinante sul voto di laurea.
Cominciamo.
Ho deciso di scrivere questa breve nota sul calcolo della media degli esami universitari perché sono stanco di sentirmi arrivare tesisti che non sanno che media hanno o di assistere a imbarazzanti scene, come quella volta che una neolaureata è ritornata davanti alla commissione di laurea, mentre già cominciava la discussione della candidata successiva, per chiedere come mai le era stato abbassato il voto finale di laurea rispetto alla media degli esami. In realtà le era stato aggiunto un voticino (la tesi non era straordinaria), ma il guaio era che lei pensava erroneamente di partire da una media dei voti molto più alta.
Quanto scrivo
vale per il mio dipartimento,
ossia è la regola che vige nei corsi di laurea del Dipartimento di Scienze umane e sociali
dell'Università di Bergamo.
Oggi come oggi è la stessa che vale, che io sappia,
anche a Lingue e a Lettere (a Bergamo),
ma i colleghi possono anche aver cambiato le regole del loro dipartimento senza che io ne sia
venuto a conoscenza.
Dunque, non è detto che la stessa regola per computare la media a partire dai voti dei singoli esami valga anche in altre sedi: se chi legge studia altrove ed è arrivato qui con un motore di ricerca, sappia che quello che legge non necessariamente vale nel suo dipartimento (o facoltà, se vogliamo usare un termine che si usa ancora in poche università, ma che molti ancora adoperano nel parlare comune), anche se è probabile che la regola che enuncio sia la più diffusa.
Veniamo a noi: il calcolo è piuttosto semplice, si tratta di una media pesata rispetto ai crediti (i CFU).
Che cosa significa? vediamo prima che cosa NON significa.
Significa che NON va bene, come fanno molti,
fare la somma dei voti e dividere per il numero degli esami.
In questo modo qualche volta per caso si ottiene il valore giusto,
ma non è sempre così (vale se tutti gli esami hanno lo stesso peso in crediti).
Invece, come si calcola la media pesata degli esami universitari?
Bisogna che ogni voto PESI in funzione dei crediti dell'esame:
dunque, l'esame di un modulo da 5 cfu pesa 5,
quello di un esame da 10 cfu pesa 10
(faccio esempi con 5 e 10 cfu, anche se si tratta di un taglio in via di estinzione,
perhè poi saranno più facili da seguire i conticini).
Significa che il voto dell'esame deve essere moltiplicato per 5 (o per 10)
e che alla fine si deve dividere per il numero dei crediti,
NON per il numero degli esami.
ATTENZIONE: se stiamo parlando di laurea triennale,
non si divide per 180, si divide per la somma del numero dei crediti
degli esami che si sono usati per la media,
quindi 180 meno i cfu della prova finale, meno quelli del tirocinio,
meno quelli delle (eventuali) prove di idoneità
(idem per le magistrali: non si divide per 120).
A questo punto si è ottenuta la media in trentesimi. Bisogna convertirla in centodecimi.
Come si fa convertire la media degli esami universitari da trentesimi a centodecimi?
Si moltiplica la media in trentesimi per 110 e la si divide per 30.
Dovrebbe essere inutile dire che equivale a dividere per 30 e moltiplicare per 110; oppure a dividere per 3 e moltiplicare per 11; oppure a moltiplicare per 11 e dividere per 3.
Ultimo passaggio, l'arrotondamento: se la parte dopo la virgola comincia per 5 6 7 8 o 9, allora si arrotonda all'intero superiore, altrimenti si tronca.
Questo vuol dire che 102,5 diventa 103 (a maggior ragione 102,51 o 102,6 o 102,9); mentre 102,4999999 precipita a 102 (a maggior ragione 102,3 o 102,099).
Sottolineo che l'arrotondamento si fa dopo la conversione da trentesimi a centodecimi, non prima.
È possibile sostenere esami aggiuntivi rispetto al piano degli studi (da noi si chiamano "sovrannumerari"): i loro risultati entrano nel computo della media, ma solo per un massimo di 20 cfu (eventuali altri non conterebbero, anche se comunque fanno parte della vostra carriera e vi possono essere utili per altre lauree o concorsi).
Se ne sentono di tutti i colori, comincio a smentire gli esempi più frequenti e fuorvianti (ribadisco che faccio riferimento al mio dipartimento, altrove può anche darsi che ci siano regole del genere di quelle che vi ha riferito vostro cuggino):
Ho sostenuto l'esame dell'insegnamento di Economia domestica, superandolo con il voto di 30/30; era un insegnamento da 5 cfu.
E quello di Applicazioni tecniche, con 25/30; e in quel caso si trattava di un insegnamento da 10 cfu.
Allora calcolo la mia media così:
voti: 30 * 5 + 25 * 10 = 150 + 250 = 400
cfu: 5 + 10 = 15
media su 30: 400 / 15 = 26,6 periodico
media su 110: 26,6 periodico * 11 / 3 = 97,7 periodico
media arrotondata: 98
Capito perché quella neolaureata pensava di partire da una base più alta?
Perché in un caso come questo non pesava i voti e faceva
30 + 25 = 55 ; 55 / 2 = 27,5 ; 27,5 * 11 / 3 = 100,8 arrotondato a 101
Quanto poi al voto di laurea, università che vai, punteggio che trovi; e, anzi, ci sono differenza nello stesso ateneo fra corso di laurea e corso di laurea, oltre che fra triennale e magistrale.
Per dare un esempio,
alla triennale di Scienze dell'educazione di Bergamo
oggi come oggi,
salvo che mi sia dimenticato di aggiornare queste note,
l'incremento massimo è di 4 + 1 punti:
(0-4 per il lavoro, 1 per chi si laurea in corso,
ossia entro la sessione straordinaria del marzo successivo alla fine del terzo anno).
Mentre per esempio a Lingue, almeno fino a che ho avuto tesisti io,
il massimo era 4 + 3
(0-4 per il lavoro e 0-3 per la presentazione, niente bonus in corso).
La gente di solito arriva in questa pagina tramite un motore di ricerca. Il programma di statistica del mio sito mi dice quali sono le richieste, a volte fantasiose, che originano il rinvio qui; provo a dare qualche risposta puntuale:
Già che ci siamo, scrivo due righe sul problema del plagio. E per restare in tema le copio e incollo: prendo in prestito una parte di un documento dei colleghi di Economia, Linee guida per la stesura della tesi, nel quale il plagio è brevemente trattato come segue:
Per evitare il plagio, lo studente NON DEVE:
Una corretta e puntuale citazione delle fonti di volta in volta utilizzate nella stesura della tesi è l'unica strada per prevenire un'eventuale accusa di plagio."
Lo sapevi che più della metà dei bambini della quinta primaria ha uno smartphone?! [dati 2019]
L'algoritmo di calcolo della media degli esami esposto in questa pagina
vale per i corsi di laurea del Dipartimento di Scienze umane e sociali
dell'Università di Bergamo.
Altrove è facile che si proceda nello stesso modo,
ma non è detto.
La gente di solito plana in una pagina web guidata da un motore di ricerca,
se la legge e non sa bene se si può fidare di chi l'ha scritta.
Spesso non si pone neppure il problema:
siamo abituati a ritenere vere le cose che ci convincono.
Dalle statistiche del mio sito vedo che in questa pagina arrivano
300 persone al giorno, ci stanno in media 7 minuti e poi se ne vanno;
quasi nessuno passa a vedere il resto del sito per cercare di capire chi sono
e se si può fidare di quello che dico.
Male! Ci fidiamo troppo di quello che troviamo in Rete,
un po' alla vecchia "L'ha detto il Telegiornale".
Comunque, tanto per saperlo,
sono laureato in Scienze dell'informazione,
insegno Didattica,
dirigo pro tempore il Dipartimento di Scienze umane e sociali dell'Università di Bergamo,
dove in passato sono stato Prorettore all'orientamento e prima ancora
Presidente del Corso di laurea in Scienze dell'educazione.
Non è un gran che, ma il Lettore può confidentemente supporre
che, quando parlo di voti, io non lo stia facendo per sentito dire.
Ho preparato un file che rispetta le norme tipografiche dell'Ateneo,
con aggiunte stilistiche per facilitare la formattazione:
c'è uno stile standard, uno per le citazioni, uno per le voci bibliogafiche.
Citazioni e bibliografia sono nel primo modo che mi è venuto in mente,
voi scegliete quello che fa per voi
(o che vi indica il vostro relatore).
Niente di ufficiale, chi vuole usarlo faccia pure:
se scoprite qualche magagna,
segnalatemela.
Verificate anche che sia sempre in linea con le indicazioni di Ateneo, io non sto tutti i momenti a rileggerle.
Se non lo è ditemelo.
Ha un frontespizio da tesi magistrale,
se siete della triennale eliminate le prime due pagine
e usate il
frontespizio ufficiale.
È un
file Word
di 60 KB -
ultimo aggiornamento: 26/9/2015.
C'è anche una
versione PDF,
si sa mai che con la vostra versione di Word non vediate le cose per benino.
Ho preparato anche
una breve raccolta
(non esaustiva) di esempi di come si possono fare
le citazioni in una tesi / prova finale.