Una stagione all'Inferno


Une Saison en Enfer,con Le Bateau Ivre, Memoire e altre poesie di Illuminations, è ritenuto il capolavoro di Rimbaud. Questo diario autobiografico, avvolto da un'atmosfera demoniaca e terminato nel 1873, si sofferma sui momenti fondamentali della sua vita: l'infanzia, l'amore-odio per la madre, la profonda solitudine e il degrado sociale,temi che col tempo si trasfigureranno nei simbolismi della magia, dell'odio, della veggenza.

copertina del manoscritto

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Due estratti dall'opera:

Un tempo, se ben ricordo.


Un tempo, se ricordo bene, la mia vita era un festino in cui tutti i cuori si aprivano. Una sera, ho fatto sedere la bellezza sulle mie ginocchia.- E l'ho trovata amara,- e l'ho insultata.

Mi riusci di far dileguare dal mio spirito tutta l'umana speranza. Su ogni gioia per soffocarla ho fatto il balzo della bestia feroce.
Ho invocato i carnefici per addentare, morendo, il calcio dei loro fucili. Ho invocato i flagelli per asfissiarmi nella sabbia, nel sangue. Il malanno è stato il mio dio. Mi sono disteso nel fango. Mi sono asciugato al vento del delitto. E alla follia ho giocato qualche brutto tiro. E la primavera mi ha portato il riso atroce dell'idiota. Ora, proprio di recente, essendo stato sul punto di fare l'ultima stecca! ho pensato di cercare la chiave dell'antico festino, in cui potrei forse riprendere appetito.

Questa chiave è la carità.- La quale isprazione dimostra che ho sognato!
<Tu sarai sempre iena, ecc...> ribatte il demonio che mi incoronò di così amabili papaveri.
<La morte,raggiungila con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo , e tutti i tuoi peccati capitali.> Ah! troppe me ne ha dette:- Ma caro Satana, te ne supplico, una pupilla meno irritata! e in attesa di qualche piccola vigliaccheria ritardataria, per te, che apprezzi nello scrittore l'assenza di facoltà destrittive o istruttive, stralcio questi pochi turpi foglietti, dal mio taccuino di dannato.


Deliri


A me.La storia di una mia follia.
Da lungo tempo io mi vantavo di possedere tutti i possibili paesaggi, e trovavo ridicole le celebrità della pittura e della poesia moderna.
Amavo i dipinti idioti, sovrapporte, scenari, tele da circo, insegne,miniature popolari; la letteratura fuori moda, latino di chiesa,libri erotici senza ortografia, romanzi di bisnonne, racconti di fate,libretti per l'infanzia, stantii melodrammi, sciocchi ritornelli, ingenui ritmi.
Sognavo di crociate, spedizioni senza resoconto, repubbliche senza storia, guerre religiose soffocate,rivoluuzioni di costumi, spostamenti di razze e continenti: credevo a tutti gli incantesimi.
Inventai il colore delle vocali! -A nera, E bianca, I rossa, O blu, U verde. Regolai la forma e il movimento d'ogni consonante e, con istintivi ritmi, mi lusingai di trovare un verbo poetico accessibile, un giorno o l'altro, a tutti i sensi. Tenevo per me la traduzione.
Dapprima fu uno studio. Scrivevo silenzi, notti, annotavo l'inesprimibile. Fissavo vertigini.(...)

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