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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO

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Il Camino de Santiago

Storia del Camino de Santiago dalle origini ai giorni nostri

 

La scoperta del sepolcro

A principios del siglo IX1 una notizia fulgurante cruzó con la velocidad del rayo los cielos de Europa: en el estremo del mundo conocido - el Finis Terrae -, en una ignota zona de enterramientos o compostum […] se ha descubierto un monumento funerario singularísimo que, según el obispo de Iria Flavia, Teodomiro, encierra los sagrados restos del apóstol Santiago, uno de los hijos de Zebedeo2.

Giacomo, chiamato in Spagna Santiago, figlio di Zebedeo e Salomé, fratello di Giovanni (che diverrà anch'egli Santo), viene ricordato nella Bibbia come il primo apostolo martire, fatto decapitare a Gerusalemme attorno all'anno 44 per mano del re Erode Agrippa3. La leggenda narra che i suoi resti, dopo essere stati collocati su una barca e aver percorso su di essa tutto il Mediterraneo, approdarono sulle coste della terra di Galizia, la regione spagnola dove l'apostolo, durante la sua vita, aveva compiuto la sua missione evangelizzatrice.

A questo evento si succedono più di settecento anni di guerre, invasioni e grandi cambiamenti, fino al momento in cui (siamo nella prima metà del secolo IX), una stella, mai vista prima, illumina ciò che l'eremita Pelayo apprende in una leggendaria visione: il luogo della sepoltura dell’apostolo. Fatto perlustrare dal vescovo Teodomiro, questo campus stellae4 si scopre essere il punto esatto dove giace il quasi dimenticato sarcofago.

Sono gli anni delle guerre sante, e il ritrovamento, interpretato come segno della misericordia divina, dà un notevole impulso a quanti (re, nobili, popolo) lottano per la salvezza del proprio popolo contro l'invasore, il tanto temuto Islam5. La leggenda narra che lo stesso San Giacomo apparve in sogno a due grandi condottieri: a Carlomagno, impegnato nella spedizione per liberare la Spagna dai saraceni che sarebbe finita tragicamente con la sconfitta di Roncisvalle (778), epicamente narrata nella Chanson de Geste; al re delle Asturie Ramiro I, protagonista della battaglia di Clavijo (844) dove ebbe origine l'altra celebre rappresentazione iconografica del Santo, il Matamoros su cavallo bianco e con la spada sguainata a difesa della Cristianità6.

Sul luogo del sepolcro re Alfonso II il Casto, predecessore di Ramiro I, fece innalzare nel 814 una prima e modesta basilica, poi ricostruita in marmo nel 899 da re Alfonso III il Grande.

Nel 997 Santiago de Compostela venne rasa al suolo da una spedizione musulmana guidata da Al-Mansour. Con la conseguente rapida ricostruzione di quella che poi sarà l'attuale cattedrale, voluta dal vescovo Diego Peláez nel 1075 e, poco più tardi, dall’ arcivescovo Diego II Gelmirez, l’afflusso di pellegrini non subisce interruzioni, bensì aumenta in tale misura da sancire la diffusione a livello mondiale del culto del Santo.

Apogeo del pellegrinaggio compostellano

Per tutto il secolo IX, X e per la prima parte del XI, le visite alla tomba dell'apostolo sono tutte di carattere votivo: più che di "spirito pellegrino", si può parlare di “devozione a un Santo e a un Martire”7. La prima documentazione certa risale al 950, quando l'allora vescovo di Le Puy, Gotescalco, raggiunge Santiago con una grossa comitiva al seguito, camminando per quelle terre di Francia e Spagna che, conservate pressoché intatte fino ai giorni nostri, sono visitate anno dopo anno da migliaia di pellegrini desiderosi di raggiungere la città apostolica.

È dopo la prima metà del secolo XI che avviene nel mondo occidentale un movimento di gente senza precedenti, che imprime al fenomeno giacobeo8 una nuova prospettiva, che nasce da un sentimento di pietà popolare e sociale: il “peregrinare”9. Raymond Oursel, nel suo già citato saggio Pellegrini del Medio Evo, ne dà una definizione esaustiva:

il pellegrinaggio è l'atto volontario con il quale un uomo abbandona i luoghi a lui consueti, le proprie abitudini e il proprio ambiente affettivo per recarsi in religiosità di spirito fino al santuario che si è liberamente scelto o che gli è stato imposto dalla penitenza; giunto alla fine del viaggio, il pellegrino attende sempre dal contatto col luogo santo sia che venga esaudito un suo legittimo desiderio personale, sia, aspirazione certo più nobile, un approfondimento della propria vita personale attraverso la decantazione dall'animo attuata lungo il cammino e attraverso la preghiera comune e la meditazione una volta giunto alla meta ..10

È sicuramente in questa epoca che il pellegrinaggio compostellano raggiunge il suo massimo splendore. Sono migliaia le persone che partono verso la tomba dell'apostolo: Santiago de Compostela diventa così, assieme a Roma e Gerusalemme, uno dei luoghi più importanti del mondo cristiano.

Il redattore della prima e più conosciuta guida sul Camino de Santiago11 , il chierico e prete Aymeric Picaud, è in grado già nel secolo XII di comporre un elenco della moltitudine delle genti che attraversano la Spagna medievale: a giudicare dal numero di voci elencate, sembra che non ci sia popolo dell’epoca che non sia ancora venuto a conoscenza di ciò che sta succedendo sulle terre spagnole da più di due secoli.

I franchi, i normanni, gli scozzesi, gli irlandesi, i galli, i teutoni, gli iberi, i guasconi, i bavari, gli empi navarri, i baschi, i goti, i provenzali, i maraschi, i lorenesi, i gauti, gli inglesi, i bretoni, quelli della Cornovaglia, i flamenchi, i frisoni, gli allobrogi, gli italiani, i pugliesi, gli abitanti del Poitou, gli aquitani, i graci, gli armeni, i daci, i norvegesi, i russi, i nubiani, i parti, i rumeni, i galati, gli efesini, i medi, i toscani, i calabresi, i sassoni, i siciliani, gli asiatici, gli abitanti del Ponto, quelli di Bitinia, gli indii, i cretesi, quelli di Gerusalemme, quelli di Antiochia, di Galilea, quelli di Sardi, i ciprioti, gli ungheresi, i bulgari, gli slavi, gli africani, i persiani, gli alessandrini, gli egiziani, i siriani, gli arabi, i colossesi, i mori, gli etiopi, quelli di Filippi, quelli della Cappadocia, i corinzi, gli elamiti, quelli della Mesopotamia, i libici, quelli di Cirene, quelli di Panfilia, quelli della Cilicia, i giudei e le altre innumerevoli genti di tutte le lingue, tribù e nazioni, vengono da lui in carovane, falangi, compiendo i loro voti…12

Lo stesso scrittore affronta anche le differenze di classe sociale delle persone che si mettono in cammino:

là si recano anche i poveri, i felici, i violenti, i cavalieri, i volgari, i potenti, i ciechi e i monchi, gli aristocratici, i guerrieri, gli uomini ricchi, i vescovi, gli abati, alcuni scalzi, altri nudi, coloro che sono oberati dal peso delle catene come penitenza…13

Le cause dell'apogeo del pellegrinaggio nell'epoca medievale, intendendo come tale il periodo che va dalla seconda metà dell'undicesimo secolo alla prima del secolo tredicesimo, sono di differente natura: religiosa, politico-giuridica, economica e culturale.

Concludendo, si potrebbe dire che:

con esa internacionalización de la gran vía peregrina y comercial de Occidente, con el desarrollo de los derechos personales y reales del peregrino, con la gran movilidad de gentes y con las pingües transacciones que se podían realizar en el viaje a Compostela, la popularidad de la Peregrinacíon llegó al cenit, a su Siglo de Oro18.

Periodo di transizione e successiva decadenza

Dopo aver mantenuto buoni livelli anche nel secolo XIII, con l'inizio del secolo successivo il pellegrinaggio entra in una fase completamente differente: nuovi modi di affrontare l'esperienza si affiancano a quella che è stata finora la principale motivazione, la pura devozione al Santo e alla Cristianità.

Tra queste nuove motivazioni, oltre ad un espandersi della peregrinatio pro voto19, c'è l'andare a Santiago ex poenitentia, un atto di penitenza personale o forzato. Questo tipo di pena è assai diffuso soprattutto nella regione fiamminga e germanica, come attesta lo statuto di Liegi (secolo XIV) che, come una vera e propria legislazione penale, assegna un particolare pellegrinaggio a ogni specifico reato. Si veniva mandati a Santiago, Roma, Tours, Bari “in poenitentia peccatorum et ad salutem animae”20.

È assai diffuso il “pellegrinaggio per commissione”, che si verifica quando nel suo testamento il defunto destina una certa somma a un pellegrino che si rechi a Santiago de Compostela per realizzare un voto lasciato in sospeso o per pregare per l'anima del defunto. C’è inoltre qualcuno che parte semplicemente per il desiderio di ottenere indulgenze o assistere a miracoli.

Oltre che per motivazioni religiose, molte persone si mettono in marcia per il diletto e la curiosità di “girare il mondo”, soprattutto caballeros, cavalieri tedeschi e francesi desiderosi di aventuras y paisajes21. Tale fu la motivazione di due illustri italiani vissuti tre secoli or sono, Domenico Laffi e Nicola Albani, autori di due diari di viaggio22.

Questa evoluzione del modo di avvicinarsi al pellegrinaggio, unita alla crescita di interessi economici dediti allo sfruttamento della dimensione internazionale del Camino, contribuisce suo malgrado alla creazione di una sorta di “crisi di valori cristiani”, destinata a peggiorare dal secolo XVI in poi, quando il pensiero di Erasmo da Rotterdam e la Riforma Luterana mettono in forte discussione il significato del pellegrinaggio associandolo a una pratica superstiziosa.

La decadenza è inarrestabile e per più di trecento anni il viaggio verso Santiago de Compostela arriva a momenti di intensa crisi: il pellegrino diventa addirittura una persona non desiderata, la spiritualità dei secoli appena trascorsi sembra scomparire.

Ma il destino del Camino è un’altro: nonostante questa lunga notte buia in cui “parece empañarse la estrella que brillaba sobre el sepulcro gallego”23, la devozione a San Giacomo e il pellegrinaggio al suo sepolcro riescono a resistere e, qualche tempo più tardi, a rinascere.

Il risorgimento attuale

Negli anni in cui il Positivismo aveva messo radici nell'Europa Occidentale come vera e propria religione laica, avvenne un fatto apparentemente prodigioso: nel 1879, in occasione di alcuni scavi24 sotto l'Altare Maggiore della Cattedrale di Santiago de Compostela, furono ritrovati i resti dell'Apostolo Santiago e di due suoi discepoli, nascosti nel 1589 dall'arcivescovo Clemente contro il rischio di depredo dei pirati inglesi.

Cinque anni dopo questo nuovo ritrovamento, papa Leone XIII promulga la Bolla Deus Omnipotens, nella quale si esortano i cristiani di ogni parte del mondo a riprendere l'usanza di pellegrinare ad limina Sancti Jacobi. Nell'anno successivo, il 1885, viene decretato un "Giubileo Pienissimo" e, per la prima volta nella storia, i resti dell'apostolo vengono portati in processione attraverso le strette strade di Santiago de Compostela.

Da qui in avanti il pellegrinaggio acquisisce una solennità che rimanda ai tempi d'oro del medioevo: negli Anni Santi25 (celebre rimarrà quello del 1909 nel quale si registra una massiccia affluenza di pellegrini) ma non solo, il Camino Francés e le altre strade che portano alla tomba si riempiono di fedeli, superando anche i problemi legati alla guerra civile che, nel luglio 1936, portano alla chiusura forzata della Cattedrale per diversi giorni.

Con la fine della sanguinosa guerra tra falangisti guidati dal generale Franco e repubblicani, comincia una nuova fase storica nella quale aumentano in modo straordinario la frequenza e lo sviluppo dei pellegrinaggi. La differenza rispetto al passato sta nel fatto che molti organismi ufficiali, da sempre volutamente estranei all'organizzazione del pellegrinaggio, diventano parte attiva nel suo rilancio: con decisioni politiche e molti studi sociali essi attualizzano il Camino de Santiago dal punto di vista culturale, turistico, economico e d’immagine.

Dalla seconda metà del secolo in poi, quello che era considerato il “modello di pellegrinaggio di origine spontanea e popolare”26 si tramuta in una scelta più impegnata con motivazioni a volte più politiche che religiose, più di forte patriottismo che di semplice apertura dello spirito.

Nonostante ciò, il motivo religioso è la ragione fondamentale per mettersi in cammino. Celebre è il caso della Gioventù di Azione Cattolica, un gruppo di migliaia di giovani, in gran parte latinoamericani, che effettuò il Camino nel 1948.

A questo proposito risultano fondamentali l'appoggio e la sensibilizzazione dell'organo ecclesiastico più alto, la Santa Sede, come dimostrano le parole di papa Pio XII, che nel 1940 si riferisce a Santiago de Compostela come "il luogo più santo, dopo il Tabernacolo, Gerusalemme e Roma"; allo stesso modo, il pellegrinaggio del futuro papa Giovanni XXIII, l'interesse dimostrato da papa Paolo VI e l'intenso lavoro di ricerca del cardinale galiziano D. Fernando Quiroga Palacios risultarono decisivi per la diffusione dello spirito pellegrino.

Il 1982 rappresenta un anno fondamentale per il Camino: il "primo papa pellegrino", Giovanni Paolo II, concludendo in novembre il suo viaggio apostolico in Spagna, lancia forti parole come consegna spirituale per il mondo cristiano:

Da Santiago lancio a te, vecchia Europa, un grido pieno d'amore: ritrovati. Sii te stessa, riscopri le tue origini, ravviva le tue radici, rivivi quei valori autentici che resero gloriosa la tua storia benefica, la tua presenza in tutti gli altri continenti. […] L'unità dell'Europa non si costruisce solo con le monete e i mercati, ma riscoprendo i valori morali, etici e religiosi che costituiscono le vere radici europee27.

Lo stesso papa torna sette anni più tardi a Santiago, in occasione dell'Incontro Mondiale dei Giovani (1989): sul Monte do Gozo28, ultima fatica del Camino prima dell'agognato arrivo, sono mezzo milione i giovani pellegrini che accolgono la chiamata e ascoltano le sue parole.

Gli studi giacobei, sotto forma di pubblicazioni, riviste (Compostellanum, la più conosciuta, nasce nel 1956), congressi29, esposizioni30 assicurano un ampio raggio di diffusione. Il restauro di molti monumenti del Camino Francés ridanno importanza ad ulteriori itinerari storico-culturali che, soprattutto negli Anni Santi, sono frequentati da migliaia di persone.

Nell’ultimo ventennio anche gli organi istituzionali danno fama mondiale al pellegrinaggio: dal 1984 il Camino de Santiago viene considerato il Primo Itinerario Culturale Europeo; posizione ratificata tre anni dopo, il 23 ottobre 1987, con la "Dichiarazione di Santiago de Compostela" da parte del Consiglio d'Europa e regolata giuridicamente dallo stesso il 17 marzo 1998. Nel 1993 l'UNESCO assegna al Camino il titolo di Patrimonio dell'Umanità, così come avviene due anni più tardi per la parte antica della città di Santiago de Compostela, la zona vella.

Oggi lo splendore del pellegrinaggio non accenna ad attenuarsi bensì cresce col passare degli anni, segno di un forte ritorno ad una spiritualità che, in un'era moderna dominata da tempi sempre più rapidi e da un marcato materialismo, offre un solido rifugio a quella parte di umanità che, non fidandosi di “felicità preconfezionata e illusoria”, cerca le proprie risposte vivendo sia fisicamente che mentalmente esperienze intense.

Note

1 La data esatta del ritrovamento del sepolcro non è certa: tradizionalmente si fa risalire all'anno 813; ma questa versione, tacciata di "credenza popolare", è avversata da chi fissa l'anno 829 come data ufficiale. Purtroppo non c'è diretta conferma nemmeno di questa seconda interpretazione. Il tema è trattato, fra gli altri, dallo spagnolo Alberto Solana de Quesada, studioso contemporaneo del Cammino, nel suo saggio Encuentro con el Apóstol Santiago, consultabile on-line sul sito www.amigosdelcamino.com.Ritorno al testo

2 Alejandro Uli Ballaz, “Camino de Santiago, camino de peregrinación”, in AA. VV., Anden los que saben, sepan los que andan, Congreso General Jacobeo, Lerga, Pamplona 1996, p. 44. Ritorno al testo

3 Cfr. Atti 12,2. A Santiago vengono attribuiti anche numerosi miracoli legati al mondo del pellegrino, ampiamente descritti nel secondo libro del Liber Sanci Jacobi. Ritorno al testo

4 Da questa formula, sempre secondo la leggenda, il nome "Compostela"; in un'accezione più verosimile, comunque non certa, esso deriva invece da compositum, cimitero, il "luogo di sepoltura" dell'apostolo. Ritorno al testo

5 Dice Raymond Oursel, nel saggio Pellegrini del Medio Evo, Jaca Book, Milano 1978: “Senza dubbio, i re cristiani del nord della Spagna hanno, dopo il IX secolo, brandito il patronato dell'apostolo nella lotta contro i musulmani […] Santiago simboleggia la reconquista della Spagna sui Mori: croce contro mezzaluna, Cristo contro Maometto” (p. 36). Ritorno al testo

6 Riporta l'evento Josè Joaquín Milans Del Bosch y Solano, in “Santiago caballero y el legendario tributo de las cien doncellas”, in AA. VV., III Congreso Internacional de Asociaciones Jacobeas, Oviedo 1993: “Negóse el Rey, de acuerdo con los magnates de su corte, a pagar el infamante tributo (il tributo delle cien doncellas, offerta annuale di cento giovani donne all'emiro di Cordoba in cambio della sua non belligeranza) […] en sueños le apareció el Apostol Santiago animándole que al día siguiente volviese a la batalla […] Invocando a Santiago, los cristianos lograron cumplida victoria, viendo a Santiago sobre un caballo blanco espada en mano” (p.346). Da qui l'appellativo di Matamoros, letteralmente "Colui che uccide i Mori". Ritorno al testo

7 Cfr. Braulio Valdivielso Ausín, “Rasgos distintivos de la religiosidad popular y de la peregrinación en las diferentes èpocas. La causa del apogeo santiaguista en el medievo y su resurgir actual”; in AA. VV., Anden los que saben… Ritorno al testo

8 Dal latino Jacobus, da cui Yago e Giacomo, rispettivamente spagnolo e italiano. Ritorno al testo

9 La parola deriva dall’espressione latina per agrum, e assume il significato di “mettersi in cammino attraverso i campi". Ritorno al testo

10 Raymond Oursel, op. cit., p.9. Ritorno al testo

11 Ci si riferisce al Liber Sancti Jacobi, altrimenti chiamato Codex Calixtinus, dal nome del papa Callisto II. L'opera (di cui comunque si parlerà più avanti nel corso di questa tesi), datata 1139 ma soggetta a modifiche fino all'anno 1173, è ritenuta il documento più importante per la storia e sviluppo del pellegrinaggio compostellano. Ritorno al testo

12 Liber Sancti Jacobi, libro I, XVII, pp. 148-149. Ritorno al testo

13 Ibid, p.149. Ritorno al testo

14 “La reliquia era para el cristiano el talismán que abría el Paradiso y le protegía de todos los males”, Braulio Valdivielso Ausín, op. cit., p. 29. Ritorno al testo

15 L'ideale di lottare contro gli infedeli, derivato dalle Crociate di quei secoli, porta il pellegrino a "lottare" allo stesso modo per lasciare il Cammino libero da rischi e pericoli di ogni sorta. Ritorno al testo

16 Dal XII secolo in poi, ordini religiosi, militari, ospedalieri saranno di grande aiuto per i pellegrini: ricordiamo i Templari, gli ospitalieri di S.Giovanni, gli Antoniani, l'ordine di Malta; anche le confraternitas (di esse parleremo nel par. 2.4.1) faciliteranno il moltiplicarsi dei luoghi di culto giacobei; cfr Paolo Caucci Von Saucken, “Vita e senso…” Ritorno al testo

17 L'altro fondamentale libro storiografico su Santiago de Compostela e il Camino de Santiago, assieme al Liber Sancti Jacob). La Historia Compostelana narra gli avvenimenti accaduti tra il 1100 e il 1139, venne redatto da almeno cinque diversi autori, dal 1107 al 1140 circa. Ritorno al testo

18 Braulio Valdivielso Ausín, op cit., p. 35. Ritorno al testo

19 “Un impegno solennemente contratto durante un naufragio, una malattia, in stato di prigionia, o in occasione di qualche grave pericolo da cui ci si è salvati per intercessione del santo”. Paolo Caucci von Saucken, “Vita e senso…”, p. 92. Ritorno al testo

20 Ibid., p. 94. Ancora oggi la legislazione belga prevede come tipo di pena riabilitativa per giovani disadattati la realizzazione del pellegrinaggio, secondo un programma chiamato OIKOTEN. Ritorno al testo

21 Cfr. LuisVazquez De Parga, Jose Lacarra, Juan Uria Riu, Las peregrinaciones a Santiago de Compostela, Madrid 1949, tomo 1, p. 89. Ritorno al testo

22 Domenico Laffi, Viaggio in ponente a San Giacomo di Galitia e Finisterre, 1681; Nicola Albani, Viaggio da Napoli a San Giacomo di Galizia, 1745. Ritorno al testo

23 LuisVazquez De Parga, Jose Lacarra, Juan Uria Riu, op. cit., tomo 1, p. 116. Ritorno al testo

24 Cfr. Antón Pombo Rodriguez, “Carta de presentación do comité científico”, in AA. VV., V Congreso Nacional de Asociaciones Xacobeas, Deputación de A Coruña, A Coruña 1999. Ritorno al testo

25 L'Año Santo ricorre in quegli anni in cui il 25 luglio, festa di Santiago, cade di domenica. L'ultimo è stato il 1999, mentre il prossimo avrà luogo nel 2004. Ritorno al testo

26 Cfr. Antón Pombo Rodriguez, op. cit., p. 21.Ritorno al testo

27 Fonte: Video I luoghi del Giubileo: sulla tomba di San Giacomo, Rai Giubileo, produzione periodici San Paolo, Roma 2000. Ritorno al testo

28 Chiamato così per l'immenso piacere (gozo) che i pellegrini provano, vedendo per la prima volta le guglie della Cattedrale compostellana, laggiù a soli 5 chilometri di distanza. Ritorno al testo

29 Nel 1963, da un incontro a Estella, Navarra, si forma la prima delle Associazioni Spagnole di Amici del Camino; del ruolo di tali associazioni parleremo nel par. 1.4.3. Ritorno al testo

30 Da ricordare la recente EUROPALIA '95, nella quale un’intera sezione era dedicata al Camino de Santiago. Ritorno al testo

Prosegue con: La figura del pellegrino medievale, i riti e la simbologia del Camino.


Marco Lazzari, Daniele Biella, Convergenze tra realtà e comunità virtuale nel pellegrinaggio a Santiago de Compostela, http://www.unibg.it/lazzari/santiago_de_compostela/daniele_biella/cap2_1.htm

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