Il Camino oggi: convergenze tra realtà e comunità virtuale
Convergenze tra realtà e comunità virtuale: una specificità del
Camino
Alla luce di quanto detto finora a proposito dell'idea di “comunità” e
del suo rapporto con il Camino de Santiago, ci si trova di fronte ad una
doppia caratterizzazione:
-
il Camino come esempio di comunità reale;
-
il Camino come generatore di una comunità virtuale.
Del primo aspetto abbiamo parlato nel paragrafo precedente, analizzando in
che modo e su quali basi si forma la comunità reale di pellegrini
in viaggio verso Santiago, comunità per alcuni aspetti unica nel suo
genere perché dotata di una doppia particolarità: è itinerante,
in quanto si forma e si sviluppa in viaggio; è dinamica poiché il
ricambio dei suoi membri è continuo1 .
In particolare, abbiamo inizialmente preso in considerazione la spinta fornita
da tradizione e religione per la nascita e lo sviluppo dello spirito giacobeo,
per poi vedere come anche l'attualità concorra a questo sviluppo,
inquadrando il Camino come esperienza prima di tutto europea e in un secondo
tempo universale.
Alla comunità virtuale che ha come elemento unificatore l'interesse
verso il Camino de Santiago, invece, abbiamo dedicato il capitolo terzo,
definendone il concetto, le sue ramificazioni all'interno della Rete e la
sua importanza a livello informativo e unificante.
Pur partendo da un punto di vista puramente teorico, la comunità virtuale
giacobea si ritrova a possedere molte concretizzazioni nella realtà quotidiana,
così come avviene per le più funzionanti comunità virtuali.
L'approccio che adottiamo qui di seguito tiene conto di tutti gli elementi
originari dei due modelli aggregativi e a essi aggiunge una visione del tutto
inedita, che darà luogo a importanti risultati.
Il nuovo punto di vista a cui ci riferiamo non è altro che la constatazione
di un fatto concreto: elementi dell'uno e dell'altro modello, attraverso
forme e sfumature che analizzeremo, presentano numerosi aspetti comuni.
Le considerazioni sul tipo di comunicazione che si instaura fra i protagonisti
e, più ancora, sul loro grado di partecipazione, risulteranno fondamentali
ai fini del nostro discorso, proprio perché daranno la possibilità di
ipotizzare una rappresentazione schematica che tenga in considerazione tutte
le relazioni tra elementi virtuali e reali del pellegrinaggio a Santiago
de Compostela.
In altre parole, si assiste ad una condivisione a più livelli: da
una parte, forme di comunità virtuale dai forti connotati reali; dall'altra,
aspetti comunicativi legati alla realtà del pellegrinaggio che, nella
loro realizzazione pratica, contengono solide componenti ideali, quindi virtuali.
Queste convergenze, che si instaurano all'interno di quel vasto spazio che
riunisce mondo reale e comunità virtuale, rappresentano una vera e
propria specificità del Camino de Santiago.
Spieghiamo ora in modo più approfondito l'ambito della nostra analisi,
elencando gli elementi di convergenza di ciascuno dei due gruppi, per poi
confrontarli e impostare lo schema di rappresentazione relativo.
Sfumature reali di elementi della comunità virtuale giacobea
Gli elementi della comunità virtuale che contengono riferimenti alla
realtà corrispondono all'insieme dei vari siti e dei micromondi di
ambiente-internet, aventi come oggetto il Camino de Santiago: di essi abbiamo
fornito un'ampia descrizione nel terzo capitolo.
In ognuno abbiamo riscontrato il forte valore sociale e di aggregazione,
in quanto rappresentanti della volontà umana di ritrovare nella Rete
un luogo familiare e, per molti versi, speculare al mondo fisico. Essi si
dividono in: siti a contenuto vario, siti “personali”, chat,
gruppi di discussione e liste di discussione.
-
Siti informativi e a contenuto vario, compresi i siti ufficiali (cap. 3.2.1
e 3.2.2). Essi aiutano la persona interessata a farsi un'idea del tema che
trattano, adottando un punto di vista formale e quasi interamente unidirezionale,
con alcune eccezioni2 .
-
Siti “personali” (cap. 3.4). Anche se la loro caratteristica
principale è il racconto di una sola persona a molti altri ciberlettori
che non hanno possibilità di replica, il grado di "reale" che
questi siti esprimono è rilevante: condivisione di un'esperienza personale,
aggiunta di foto e consigli ai futuri pellegrini, toni informali, tutto ciò concorre
a proiettare l'originaria virtualità dell'elemento in questione in
un mondo a stretto contatto con la realtà del pellegrinaggio.
-
Chat (cap. 3.2.4). Il livello di approssimazione al reale aumenta notevolmente
quando si viene a contatto con i micromondi. Nelle chat, in particolar modo,
si ritrova una forte connotazione conversazionale in grado di aggiungere
un ulteriore grado di realtà alla comunicazione, alla quale l'individuo
partecipa senza mettersi del tutto in gioco3 .
-
Gruppi di discussione (cap. 3.2.3). In questo micromondo subentra all'aspetto
informativo, che rimane comunque fondamentale4 ,
un tipo di comunicazione molto più assidua e diretta, nella quale
l'utente si sente più disposto
a partecipare all'evolvere delle varie discussioni esprimendo volontà di
condivisione di idee ed esperienze.
-
Liste di discussione (cap. 3.3). Ultimo e più rappresentativo elemento
della comunità virtuale giacobea, la lista di discussione è il
micromondo dove le convergenze tra virtualità e realtà sono
più rilevanti. In particolare, l'iscrizione alla lista e il carattere “personale” della
stessa (i messaggi di ogni membro arrivano direttamente nella casella di
posta elettronica degli altri aderenti) sono elementi fondamentali per osservare
il grado di vicinanza della comunicazione in Rete alla comunicazione del
mondo reale. L'utente entra nella comunità virtuale conservando una
buona quantità dei comportamenti e delle caratteristiche che possiede
nella sua vita quotidiana, e il rapporto che instaura con gli altri membri
della lista di discussione è basato su un forte senso di condivisione
e apertura.
Sfumature virtuali di elementi della comunità reale giacobea
Il pellegrino che percorre il Camino de Santiago
entra a far parte di una comunità le cui caratteristiche principali
sono la condivisione di fatiche e gioie, la possibilità di fare
incontri del tutto inediti e l'espressione di nobili sentimenti umani.
Il rapporto esclusivo con i luoghi che attraversa, la natura molte volte
incontaminata, l'umanità delle persone che vivono lungo il Camino,
stimolano il viandante a una forte spiritualità che attribuisce
un significato assai profondo al pellegrinaggio.
Questa spiritualità permette all’uomo, per certi versi, di
superare il confine tra realtà e immaginazione, con l’aiuto
di alcuni elementi reali. Tali elementi, atti a instaurare una comunicazione
tra pellegrini, sono dotati di un contenuto ideale al quale il pellegrino
si avvicina, anche in questo caso5 ,
per gradi.
Gli elementi in questione sono: Rete di Pellegrini, Pellegrini “sfiorati”,
Segni, Libri del Pellegrino e Messaggi “in cammino”.
-
Rete di Pellegrini. Riadattando al contesto del Camino de Santiago una
delle principali metafore della telematica, ci riferiamo all'insieme dei
pellegrini compostellani come "rete". Adottando un punto di vista
diacronico6 , questo tipo
particolare di rete comprende tutte le persone che si sono messe in cammino
verso Santiago, in epoche diverse, condividendo
le stesse sensazioni pur senza conoscersi. Si tratta di una condivisione
prettamente mentale e alle volte assai personale, interiore: il pellegrino
attuale, ad esempio, immagina il suo corrispettivo medievale e, per certi
versi, cerca di entrare in comunicazione-condivisione mentale con esso “camminando
al suo fianco”.
-
Pellegrini “sfiorati”. Durante il Camino, il pellegrino viene
a contatto con numerosi altri viandanti, coi quali egli stringe un rapporto
d'amicizia che può basarsi sulla condivisione di cinque minuti di
strada come dell'intero cammino, su una cena nel rifugio come in una serata
assieme sotto le stelle. Ci sono altri pellegrini, però, coi quali
non entrerà mai in contatto, perché partiti giorni prima,
giorni dopo o perché il destino non lo concederà: sono i
pellegrini a cui ci riferiamo col termine “sfiorati”. La differenza
con l'elemento del punto precedente sta nella connotazione sincronica dello “sfioramento”:
la comunità che abbiamo delineato parlando di rete di pellegrini
assume in questo caso un valore più marcato, poiché la condivisione
mentale a cui si faceva riferimento poco fa, è arricchita dalla
compartecipazione temporale: necessaria a stimolare il senso di appartenenza
del pellegrino alla comunità reale di pellegrini, essa arricchisce
la comunicazione di primi esempi di considerevoli sfumature virtuali7 .
-
Segni. Lungo i quasi ottocento chilometri del Camino Francés il
pellegrino incontra numerosi luoghi “mistici”8 ,
a ognuno dei quali è legato un particolare rito da compiere o quantomeno
da rispettare. Molti di questi riti si concretizzano agli occhi del viandante
sotto forma
di segni. Riportiamo di seguito alcuni esempi significativi:
- le flechas, il vero segno distintivo del Camino de Santiago, sono ovunque:
oltre alle frecce “ufficiali”, dipinte con vernice gialla su
muri, strade, alberi e cartelli, si ritrovano lungo la via frecce composte
con legnetti, foglie, carta, indumenti, e via dicendo, assemblate dai pellegrini
stessi. L'importanza comunicativa e simbolica che rivestono è rilevante,
poiché esprime al suo grado massimo la condivisione dell'esperienza
sia dal punto di vista “terreno” (le frecce, in quanto indicano
la direzione per Santiago, sono indispensabili soprattutto nei punti più isolati
del Camino) sia dal punto di vista "spirituale": il pellegrino
non si sente mai solo lungo la strada, perché sa di poter contare
sul fatto che molte altre persone, in differenti luoghi, provano le stesse
sensazioni;
- a Roncesvalles, primo paese spagnolo dopo il confine francese, il pellegrino
forma con due legnetti una piccola croce, la fissa con lo spago e la conficca
nel terreno, a testimonianza del suo passaggio e per animare i futuri pellegrini
che passeranno da quelle parti; la stessa funzione svolgono i montjoies9 ,
dislocati nei punti più impervi del Camino;
o nei pressi del Monastero di Irache (Navarra), il pellegrino trova una
lieta sorpresa quando incontra la fuente del vino, rubinetto che eroga
ininterrottamente vino rosso10 :
il bere (morigeratamente) da esso è di
buon auspicio per il proseguimento del pellegrinaggio;
- alla Cruz de Hierro, dove il Camino raggiunge la sua massima altezza
(1.500 metri; la croce si trova nei pressi del paese abbandonato di Foncebadón,
in Castilla y Leon), oltre a lasciare una o più pietre11 ,
il pellegrino “offre” un
oggetto di sua proprietà (io stesso ho visto magliette, scarponi,
cappelli, pentolini).
L'elenco potrebbe continuare, ma la valenza dei segni del
Camino si riscontra già dagli esempi descritti: essi elevano la
comunicazione tra pellegrini a un vero e proprio contesto virtuale, in
cui qualcosa
che nasce come reale
(la presenza materiale di questi segni) assume a posteriori un significato
mentale, capace di aumentare il grado di partecipazione del pellegrino
all'esperienza comunitaria.
-
Libri del Pellegrino. Il rifugio del pellegrino è il luogo dove
avviene la maggior parte dello scambio comunicativo del pellegrinaggio.
Riposandosi dopo le fatiche della giornata, il viandante ritrova compagni
di strada, intavola discorsi con persone di nazionalità e culture
differenti, partecipa nel vero senso della parola alla vita comunitaria
del Camino, il tutto in un ambiente familiare in cui altruismo e volontà di
condivisione sono al loro apice12 .
Ogni rifugio, inoltre, possiede un libro le cui pagine vanno riempiendosi
giorno dopo giorno di impressioni, notizie,
consigli, riflessioni dell'enorme quantità di pellegrini che vi
trascorre la notte. Questo libro, in cui sono presenti messaggi scritti
in svariate lingue13 , racchiude
in sé una potenzialità non
trascurabile, e fondamentale per quanto riguarda l'oggetto della nostra
analisi: lasciando nero su bianco il proprio pensiero, il pellegrino comunica
virtualmente con tutti gli altri pellegrini che, da quel momento in poi,
sfoglieranno le pagine del libro. Si crea in tal modo una condivisione
di informazioni assai originale e intima, in quanto nella maggior parte
dei casi chi scrive riporta sensazioni che normalmente andrebbero a riempire
le pagine di un diario personale. È con il libro del pellegrino
che la comunità reale del Camino sfuma ulteriormente nella virtualità,
tramite l’aggiunta del carattere personale (ogni pellegrino, di sua
spontanea volontà, riporta nome, cognome e nazionalità sotto
ciò che scrive) alla comunicazione della comunità stessa.
Un tipo di comunicazione atipica, poiché non necessita di risposte
dirette, proprio per le caratteristiche intrinseche del pellegrinaggio:
chi lascia il messaggio non farà ritorno nel particolare rifugio,
salvo alcune eccezioni14 .
-
Messaggi “in cammino”. C'è un altro elemento della comunità reale
giacobea che riveste un'importanza fondamentale per capire a che livello
arriva la condivisione dell'esperienza del pellegrinaggio quando assume
sfumature che, dalla realtà, si spostano in un campo virtuale: i
messaggi "in cammino". Con essi comprendiamo tutti quei messaggi
che, disseminati lungo tutto il percorso, permettono la comunicazione tra
persone che, conosciutesi prima di partire o durante il Camino, si sono
successivamente divise. Questo tipo di messaggi, dall'aspetto a volte assai
originale, si ritrova ovunque: a lato della strada: con un sasso che fa
da fermacarte, appesi su rami, attaccati a cartelli stradali, in corrispondenza
di punti caratteristici del Camino in cui si suppone che sosti ogni pellegrino;
soprattutto, in luoghi che, col passare del tempo, sono stati adibiti a
tal uso, quali piccole chiesette, casolari abbandonati, gli stessi rifugi
del pellegrino15 . Possiamo
distinguere tre categorie di messaggi, che cambiano il loro contenuto in
base al referente:
- messaggio destinato a una o più persone che sicuramente si avrà la
possibilità di rivedere di lì a poco; si presuppone un contenuto
a bassa emotività (spiritualità) proprio per il fatto che
non rappresenta un messaggio di ultimo saluto;
- messaggio destinato a una o più persone le quali non è assicurato
che ci si riesca a incontrare di nuovo lungo il Camino; la spiritualità è media
in quanto il dubbio del non poter rivedere il destinatario spinge chi scrive
a comunicare con maggiore trasporto emotivo;
- messaggio destinato a una o più persone che si ha la certezza
di non incontrare più sul Camino; in questo caso il tono del messaggio è altamente
emotivo poiché si tratta di un vero e proprio messaggio di addio
(nel contesto del pellegrinaggio), molte volte espresso con la formula
finale Buen Camino: Camino come viaggio a Santiago, Camino come continuazione
della propria vita dopo il pellegrinaggio.
Come si può notare, il carattere personale del messaggio riveste
in questo caso un ruolo primario nella comunicazione tra pellegrini: per
questo motivo i messaggi "nel Camino" rappresentano l'elemento
reale della comunità giacobea in cui la virtualità assume
il suo maggior grado di prossimità alla comunicazione-condivisione
di “informazioni”16 tipica
della realtà. Elemento reale
nel cui scopo, è bene specificare, è presente un carattere
aleatorio: il messaggio può non essere letto per varie ragioni17 ,
a scapito delle sue potenzialità comunicative.
Schema di rappresentazione delle convergenze
A seconda del grado di sfumature reali o virtuali che assume ogni elemento
analizzato di ciascun gruppo, definiamo cinque livelli, ai quali assegniamo
dei valori ascendenti18 che
vanno, nel primo caso, da R1 a R5; nel secondo, da V1 a V5.
Le lettere "R" e "V" si riferiscono rispettivamente
a "realtà" e "virtualità".
Elenchiamo nelle tabelle 9 e 10 i coefficienti di ciascun elemento dei
due tipi di comunità, che indichiamo con Camino Virtuale (Comunità virtuale
con sfumature verso la realtà) e Camino Reale (Comunità reale
con sfumature verso la virtualità).
Tabella 9 Elementi del Camino Virtuale
CAMINO VIRTUALE |
COEFF. |
Siti informativi e a contenuto vario |
R1 |
Siti "personali" |
R2 |
Chat |
R3 |
Gruppi di discussione |
R4 |
Liste di discussione |
R5 |
|
Tabella 10 Elementi del Camino
Reale
CAMINO REALE |
COEFF. |
Rete di Pellegrini |
V1 |
Pellegrini "sfiorati" |
V2 |
Segni |
V3 |
Libri del Pellegrino |
V4 |
Messaggi "in cammino" |
V5 |
|
Come si può notare, il numero degli elementi è lo stesso
in entrambi i gruppi.
Con l'aumentare del valore del coefficiente numerico, nel Camino Virtuale
aumenta il grado di realtà posseduto dalla comunità virtuale,
in corrispondenza dell'aumento di partecipazione dell'utente alle varie
forme di comunicazione mediata: a differenza della normale consultazione
di un sito, la partecipazione alle liste di discussione presuppone un impegno
molto più “personale”, come abbiamo visto, legato alle
relazioni tra individui e alle loro esperienze nella realtà.
Lungo il Camino Reale quanto detto si ripete invertendo i valori: è il
grado di virtualità che cresce, con l'aumentare del carattere personale
della comunicazione. La Rete di Pellegrini non possiede quel rapporto diretto
tra partecipanti all'atto comunicativo che i Messaggi "in cammino" possiedono;
rapporto che esprime il grado massimo di partecipazione virtuale ad un
evento reale quale è la scrittura di un messaggio con carta e penna.
È
interessante notare, inoltre, come sussista una forte relazione tra gli
elementi dei due gruppi aventi il medesimo coefficiente numerico: il tipo
di relazione che si verifica si basa sulle similitudini che possiedono
entrambi gli elementi, al punto da rappresentare una biunivocità per
certi versi sorprendente trattandosi di elementi assai eterogenei.
Questo rapporto diretto e a due direzioni prende forma grazie alle simili
caratteristiche comunicative di ciascun elemento, pur partendo da contesti
opposti, basati rispettivamente su virtualità e realtà.
Analizziamo nel dettaglio le corrispondenze fra i due gruppi.
-
R1 ↔ V1
In entrambi gli elementi partecipazione e condivisione sono presenti ma
assumono un carattere principalmente unidirezionale, senza presupposizione
di un dialogo: offerta di informazioni alla comunità virtuale per
quanto riguarda R1, senso "storico" di appartenenza ad una particolare
comunità plurisecolare in V1.
-
R2 ↔ V2
L'aspetto personale di R2 e la sincronicità, intesa come "vicinanza",
di V2 (caratteristica che lo distingue da V1) instaurano tra i due elementi
un punto di contatto caratterizzato da una maggiore partecipazione dei
protagonisti all'atto comunicativo. Un atto che, tuttavia, non può essere
ancora considerato uno scambio bidirezionale in quanto, come nei due elementi
precedenti, il flusso di informazioni è a senso unico: dal creatore
del sito ai ciberpellegrini nel primo caso, dal pellegrino alla comunità "itinerante" nel
secondo.
-
R3 ↔ V3
Con R3 e V3 la comunicazione comincia ad assumere alcuni connotati tipici
del dialogo fra persone. L'oralità scritta (su computer) della Chat
e l'esistenza fisica dei Segni "materializzano" un primo esempio
di rapporto reciproco e potenzialmente dialogico: si avverte, infatti,
la presenza dell'altra persona, con conseguente aumento dello spirito aggregativo
e della condivisione.
-
R4 ↔ V4
Oltre a presentare somiglianze formali (fra bacheca elettronica e libro
cartaceo), che aumentano il grado di partecipazione dei protagonisti, R4
e V4 presentano caratteri similari anche a livello di contenuti: le informazioni
di cui entra in possesso il ricevente presentano la stessa volontà di
espressione del Sé, on-line nel primo caso, off-line, con maggiore
trasporto emozionale, nel secondo. Riportiamo un'importante differenza
tra i due elementi, derivante da una caratteristica propria del pellegrinaggio:
mentre per i gruppi di discussione il dialogo, seppur asincrono, è presente,
nei Libri del Pellegrino la particolare comunicazione che si instaura non
prevede una risposta diretta, piuttosto prevede la condivisione come momento
di riflessione personale.
-
R5 ↔ V5
Camino Virtuale e Camino Reale raggiungono con R5 e V5 la maggior espressione
delle convergenze tra realtà e comunità virtuale. Si è in
presenza, infatti, di forme comunicative in cui, da un lato, il ciberpellegrino
esprime il grado massimo di partecipazione alla comunità virtuale
(R5); dall'altro, i pellegrini si relazionano tra loro attraverso il modello
più reale di comunicazione mediata, i Messaggi “in cammino” (V5).
Inoltre, ciascuno dei due elementi contiene al suo interno una componente
aggiuntiva che, oltre a rafforzare la loro biunivocità, permette
di orientare la comunicazione verso un livello ancor più personale
con la consapevolezza di muoversi in uno spazio comunitario: in R5 questo
ruolo viene svolto dalle “e-mail dirette”19 ,
in V5 da quei messaggi destinati ad una persona in particolare.
Arrivati a questo punto, si è in grado di tracciare lo schema
di rappresentazione delle convergenze, che riassume quanto detto finora permettendo
una visualizzazione grafica del fenomeno. In tale schema è presente
una doppia modalità di rappresentazione:
-
circolare-direzionale (freccia nera), per quanto riguarda la rappresentazione
del processo comunicativo e di condivisione delle due forme di aggregazione
legate al pellegrinaggio (Realtà e Comunità Virtuale), che
abbiamo chiamato rispettivamente Camino Reale e Camino Virtuale. La circolarità indica
la continuità del processo; la direzionalità indica, con
l'aumentare del coefficiente numerico del valore di ciascun elemento, la
crescita della partecipazione di un individuo alla comunicazione e il grado
di "personalità" raggiunto.
-
direzionale e biunivoca (freccia verde), che si riferisce alle relazioni
dirette, in virtù delle loro somiglianze, che nascono tra gli elementi
del Camino Reale e del Camino Virtuale analizzando le modalità della
comunicazione di ciascuno di essi. Una freccia verde collega anche R e
CV in quanto ambienti in cui hanno origine gli elementi stessi.
Grafico 2 - Schema di rappresentazione delle convergenze tra Realtà e
Comunità Virtuale nel pellegrinaggio a Santiago de Compostela20 .
Lo schema, che tiene conto di tutti i possibili rapporti tra un'esperienza
reale come il pellegrinaggio compostellano, e la comunità virtuale,
un'entità che ha come unica componente reale la persona davanti
al computer (che annulla la sua fisicità per entrare nel mondo
immaginario della Rete), risulta assai significativo per comprendere
quanto questi rapporti possano aiutare e completare la comunicazione
fra individui e la loro volontà di instaurare una relazione che
duri nel tempo.
Inoltre, attraverso la consolidata presenza di aspetti legati alla virtualità in
alcuni elementi caratteristici della comunità reale di pellegrini,
si può constatare quanto il confine tra mondo reale e mondo virtuale
sia soggetto a sfumature e, come tale, ricco di significati, rappresentazioni
e potenzialità.
In ulteriore e conclusivo supporto a quanto detto fino a questo punto,
l'ultimo paragrafo prende in considerazione il protagonista di questa
tesi, il pellegrino del terzo millennio, al quale è stato chiesto
di fornire la propria opinione proprio a riguardo dei rapporti tra Camino
de Santiago, realtà e comunità virtuale.
Note
1 Ogni giorno ci sono pellegrini che concludono il Camino e altri che lo
iniziano. Ritorno
al testo
2 La presenza in essi di chat, forum o di una e-mail di riferimento
dà la possibilità all'utente di instaurare un certo tipo di relazione
dialogica. Ritorno al testo
3 Nel mondo a volte “pseudoreale” delle chat, l'identità di
una persona non è mai completamente chiara in quanto “coperta” da
soprannomi. Ritorno
al testo
4 Il termine newsgroup, con la quale essi vengono definiti in inglese, contiene
la parola news, notizie. Ritorno al testo
5 Allo stesso modo con cui, come abbiamo visto nel sottoparagrafo precedente
un utente della Rete si avvicina gradualmente agli elementi del Camino Virtuale
che convergono nel reale. Vedremo poi che a ogni elemento virtuale con tendenze
al reale corrisponde un elemento di carattere opposto. Ritorno
al testo
6 Considerando quindi tutti i pellegrini che si sono recati a Santiago nel
corso dei secoli fino a oggi, e quelli che lo faranno in futuro. Ritorno
al testo
7 La quasi totalità dei pellegrini che il sottoscritto ha intervistato
ritiene opportuno parlare del Camino come comunità virtuale comprendendo
anche tutte le persone con le quali non si verrà in contatto. Ritorno
al testo
8 Intendiamo con il termine “mistico” l'unione delle parole “sacro” e “profano”. Ritorno
al testo
9 Vedi cap. 2.2.3. Ritorno
al testo
10 La fuente si può vedere anche attraverso una webcam, sul sito www.irache.com/hfowc.htm. Ritorno
al testo
11 Vedi cap. 4.2.1. È usanza che il pellegrino lasci una pietra (spesso
portata da “casa”) per ogni persona che riveste un'importanza speciale
nella sua vita. Ritorno al testo
12 Quasi in ogni rifugio ci sono persone (spesso gli stessi albergatori)
che danno consigli di ogni tipo, curano vesciche e dolori, creano una convivialità ottimale
per il pellegrino. Come mi è capitato di sperimentare, a volte dispense
e frigoriferi pieni accolgono il pellegrino alla fine della giornata. Ritorno
al testo
13 Riportiamo tre estratti del libro del pellegrino del rifugio di San Nicolás
de Puente Fitero (Burgos), gestito dall'italiana Confraternita di San Jacopo
di Compostela: “El lugar te hace pensar en tu actitud hacia los demás;
que Diós os bendiga!” (Oscar, spagnolo, 14-6-02). “I try
and take each day as it comes, slowly, with an awareness i can only have when
i am open; each day a different struggle and joy” (Sarah, scozzese, 13-6-02). “Più io
cammino più mi avvicino a ciò di cui ho veramente bisogno: vivere
semplicemente” (Franco, italiano, 20-6-02). Ritorno al
testo
14 Che il pellegrino decida, mesi o anni dopo aver terminato il pellegrinaggio,
di rifarlo: ciò avviene, in misura molto maggiore di quanto uno s'aspetti. Ritorno
al testo
15 In molti di essi sono presenti bacheche dove poter lasciare messaggi.
L'Ufficio del Pellegrino di Santiago de Compostela possiede una di queste bacheche,
probabilmente la più utilizzata. Ritorno al testo
16 Tra virgolette in quanto, si tratta di informazioni in senso lato, ossia
comprendenti sensazioni, stati d'animo, slanci affettivi, ecc. Ritorno
al testo
17 Si può perdere a causa del vento o delle intemperie (se all'aria
aperta), occultamento da parte di altri messaggi, rimozione; oppure, il pellegrino-destinatario
non passa da quel particolare luogo, o non scorge il messaggio. Ritorno
al testo
18 Estremi: R1/V1=minor grado di sfumature verso il reale/virtuale; R5/V5=massimo
grado di sfumature verso il reale/virtuale. Ritorno al testo
19 Vedi cap. 1.2.1 Ritorno al testo
20 CV=Comunità Virtuale giacobea; R=Realtà, nella quale ci
riferiamo al Camino de Santiago come comunità reale). Ritorno
al testo
Prosegue con:
Resoconto delle interviste ai pellegrini giacobei.