I compagni detective

Se più esplicite sono le matrici della sinistra più o meno riconosciuta - da Camilleri a Macchiavelli, da Carlotto a Santo Piazzese - occorre precisare che molti detective operanti in ambienti, epoche e situazioni di stampo più conservatore, quando non di destra, trovano una loro ragion d'essere nell'individualismo un po' esasperato che in parte li redime e in parte giustifica la loro adesione a un ordine costituito, a uno Stato che, comunque, chiude un occhio e riconosce in essi la divisa della legalità. Così per il De Luca di Lucarelli, quindi, ma anche per il Pietro Contini di Edoardo Angelino o il commissario Sartori di Franco Enna.

CATALOGO DIFFICILE. Una chiara e riconoscibile posizione politica è dunque difficile da catalogare, anche riferendoci agli eroi in utilitaria di casa nostra. Siamo soprattutto debitori di prototipi e situazioni, e se anche l'ambiente e i personaggi offrono il fianco a seriose o satiriche prese di posizione, il modo di agire dei vari investigatori si rivela generalmente eversivo o anarchico nei confronti di ogni autorità costituita. Gli ideali, come quasi sempre accade nella vita, appartengono al tempo delle mele o dei primi ingenui cortei anti qualcosa. E comunque, questi difensori della giustizia dal passo strascicato o dal cazzotto facile, in tempi di pacificazione giubilare, potremmo raccoglierli tutti a capo chino in piazza San Pietro a recitare il mea culpa per le troppe vittime - più o meno lecite - delle loro faticose attività. Terreno neutrale di riconciliazione anche politica, colombe in volo: benedice Padre Brown.

1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7
Home


  • Alcuni articoli: