Univ. di Bergamo > Dip. di Scienze della formazione e della comunicazione > Corso di Informatica 1
Pagina aggiornata il 15 ottobre 2002
Raccogliamo qui le indicazioni su come affrontare alcune situazioni classiche dell'uso di un personal computer in generale e in particolare nel laboratorio di piazza Duomo, come per esempio il salvataggio di un file su dischetto, il suo salvataggio sul disco di rete, l'incorporazione di un'immagine in un ipertesto.
Immaginiamo il caso dello studente volonteroso che ha lavorato in laboratorio su un documento - poniamo che abbia scritto un testo in Word - e lo vuole portare a casa per perfezionarlo.
Diamo naturalmente per scontato che lo studente abbia giudiziosamente lavorato su un documento salvato sul disco rigido, possibilmente sulla partizione E:, come generalmente facciamo in laboratorio. Per chi non ha esperienza del nostro laboratorio, ma legge queste note per imparare a salvare sul dischetto dal disco rigido di casa, che presumibilmente si chiamerà C:, basta immaginare che invece di E: si parli di C:.
Abbiamo almeno tre possibilità:
Ma facciamo innanzitutto qualche premessa,
indispensabile in tutti i casi:
ricordiamoci di inserire il dischetto prima di cominciare
il salvataggio (non voglo fare dello spirito,
è frequente che ci si dimentichi);
ricordiamoci anche di togliere la protezione in
scrittura dal dischetto, se l'abbiamo messa. In ogni caso,
il sistema operativo è in grado di identificare
queste situazioni e ce le segnala.
Ricordiamo anche che precondizione fondamentale è che
sul dischetto ci sia abbastanza spazio per copiare il nostro
file: se lo spazio manca, dovremo eliminare dal dischetto
qualche file, oppure prendere un dischetto con
maggiore disponibilità: in tutti i casi, se le dimensioni
del file eccedono la capacità massima dei dischetti
correntemente in uso (circa 1.4MB), non riusciremo a copiare
il file se non usando programmi di compressione
E ora esaminiamo la prima soluzione:
siamo in Word e stiamo vedendo
nella finestra di Word la versione aggiornata del nostro file;
a questo punto selezioniamo il menù File
(cliccando con il mouse oppure premendo
contemporaneamente i tasti ALT e f)
e da questo la voce Salva con nome;
ci appare una finestra di dialogo con la quale indichiamo
al sistema operativo dove deve salvarci il file e con
quale nome; nella casella Salva in:, sfruttando
l'interattore a freccia (il triangolino nero con la punta
verso il basso), selezioniamo la voce
Floppy da 3,5 pollici (A:),
poi nella casella Nome file: scriviamo
il nome che vogliamo dare al nostro documento
(ci viene già proposto quello che gli abbiamo
dato su E:, può andare benissimo così
oppure possiamo decidere di cambiarlo);
infine clicchiamo sul pulsante Salva.
A questo punto inizia il salvataggio.
Ricordiamoci che la scrittura su dischetto è lenta,
quindi dovremo aspettare un tempo, proporzionale alle dimensioni
del file, che potrà essere anche di diversi secondi.
Quando la spia luminosa del lettore di dischetti si spegne, siamo pronti per estrarre il dischetto e portarcelo a casa.
ATTENZIONE: se abbiamo seguito la procedura appena descritta, dobbiamo tenere presente che nella finestra Word sul nostro schermo a questo punto stiamo vedendo la copia del file che si trova sul dischetto. Se ci viene in mente che dovevamo ancora apportare una piccola modifica al file e la facciamo in quella finestra, nel momento in cui salveremo il file per aggiornarlo, la copia che verrà aggiornata sarà quella su dischetto; di conseguenza, in primis il dischetto dovrà trovarsi ancora nel lettore e poi la copia del file sul disco E: resterà priva delle ultime modifiche.
Veniamo alla seconda soluzione. Lanciamo il programma Gestione risorse, cliccando sul pulsante di Avvio e selezionandolo dal menù Programmi.
Compare sullo schermo la finestra del programma di gestione dei file, con il quale dobbiamo compiere due azioni:
Prima di tutto, selezioniamo l'origine: nella parte sinistra della finestra, sull'albero delle cartelle, facciamo doppio clic sull'icona associata al disco E:; in questo modo nella parte destra della finestra ci apparirà il contenuto di E:, ossia le cartelle e i file che si trovano memorizzati alla radice del disco; è lecito supporre che lo studente diligente non abbia salvato il suo file direttamente qui, ma che piuttosto si sia creato una sua propria cartella su E: - immaginiamo che l'abbia chiamata stude; allora, fra i vari nomi di file e cartella della parte destra vedremo anche stude; facciamo quindi doppio clic su stude e otterremo di far comparire nella parte destra della finestra il contenuto della nostra cartella; dunque, in questo momento vediamo fra gli altri anche il nostro file; portiamo quindi il mouse sopra il nome del file e facciamo un clic (uno solo); avremo così ottenuto l'effetto di selezionare il file; il più è fatto, abbiamo individuato l'obiettivo della nostra azione e abbiamo segnalato al file manager che a questo obiettivo applicheremo il prossimo comando; e il prossimo comando sarà appunto quello di Copia del file, che segnaleremo al file manager selezionandolo dal menù Modifica, oppure cliccando sull'icona Copia nella barra degli strumenti, oppure premendo contemporaneamente i tasti Ctrl e c.
Ora non ci resta che incollare: nella parte sinistra della finestra andiamo a trovare la voce Floppy da 3,5 pollici (A:) e su di essa facciamo doppio clic; in questo modo abbiamo selezionato la destinazione del nostro file; siccome spesso sui dischetti non si mantiene una struttura di cartelle, siamo già pronti per l'operazione Incolla del file, che segnaleremo al file manager selezionandola dal menù Modifica, oppure cliccando sull'icona Incolla nella barra degli strumenti, oppure premendo contemporaneamente i tasti Ctrl e v.
Qualche postilla: se sul dischetto abbiamo creato una gerarchia di cartelle e vogliamo salvare il file in una cartella ben precisa, la selezioneremo con lo stesso tipo di azioni che sono state indicate per la fase di copiatura; nulla ci vieta, se ne siamo capaci, di usare per la copia l'operazione di drag&drop, ossia il trascinamento dell'icona del file dal disco rigido al dischetto.
Per la terza soluzione lanciamo il programma Prompt di MS-DOS, cliccando sul pulsante di Avvio e selezionandolo dal menù Programmi.
Ci compare sul video la schermata nera dell'interprete DOS, al quale ci basta dare un solo comando:
copy e:\stude\nomefile.doc a:
avendo assunto che il documento Word nella cartella stude si chiamasse nomefile.
Questa domanda sottintende che si voglia prelevare un'immagine vista in un sito web per portarla sul proprio elaboratore. Questo non è però l'unico modo per trasferire immagini da un nodo di Internet a un altro, perché per esempio potremmo trasferire con FTP un file grafico da un archivio accessibile tramite un servente FTP.
Ma attenendoci al problema più comune, immaginiamo di aver visualizzato nel nostro browser un'immagine che vogliamo scaricare sul nostro elaboratore.
Il compito è dei più: si tratta di selezionare l'immagine, impartire l'ordine di trasferimento, segnalare dove si vuole salvare il file che contiene l'immagine.
Procediamo con ordine, facendo riferimento ai comandi di Internet Explorer versione 4 o 5, ma anche Netscape funziona allo stesso modo.
Innanzitutto portiamo il mouse sull'immagine e premiamo il tasto destro; a questo punto apparirà il menù con le opzioni applicabili al'immagine; fra queste selezioniamo Salva immagine con nome..., per comunicare al sistema che vogliamo attivare un trasferimento del file dell'immagine; sullo schermo ci comparirà la solita finestra di dialogo per scegliere dove vogliamo salvare il file.
Da notare che il sistema operativo ci propone già il tipo di file corretto (che sarà GIF o JPG) e appende al nome del file l'opportuna estensione, ragion per cui non c'è bisogno che l'aggiungiamo noi (come ho visto fare in laboratorio: in questo caso si generano immagini che si chiamano nome.gif.gif, un nome sintatticamente corretto, non c'è dubbio, ma ingombrante); osserviamo infine che il sistema ci propone anche di chiamare il file con lo stesso nome con il quale è stato battezzato sul sito d'origine, ma nulla ci vieta di cambiarlo, sostituendo la stringa che compare nella finestrina del nome.
Non è difficile, basta usare la marca IMG. Questa marca ha, come BODY, vari attributi, primo fra tutti l'attributo SRC, che serve per indicare al visualizzatore dove si trova il file che contiene l'immagine. Dunque, nel mio file HTML scriverò
<IMG SRC="indicazione del file che contiene l'immagine">
Sospendiamo per un momento il discorso sul file grafico per aggiungere che c'è un altro attributo che sarebbe bene usare sempre: l'attributo ALT, il cui valore è un testo che serve a descrivere l'immagine. La descrizione viene visualizzata dal browser durante la fase di caricamento dell'immagine; inoltre, se per qualche motivo l'immagine non viene mostrata a video (per esempio, perché il file grafico non esiste), la descrizione sostituisce l'immagine sullo schermo e dà all'utente un'idea delle intenzioni di chi ha creato la pagina; nei browser più recenti la descrizione appare sullo schermo quando il puntatore del mouse passa sull'immagine. Si noti che l'attributo è particolarmente utile per browser non grafici, come quelli per MS-DOS o quelli usati dai non vedenti.
Torniamo all'immagine: che valori si devono assegnare all'attributo SRC? Distinguiamo due casi:
<IMG SRC="disegno.gif" ALT="Prove tecniche di trasmissione a colori">
http://www.unibg.it/lazzari/comesifa.htm
e vogliamo agganciare l'immagine in basso, senza però salvarla sul nostro disco (a quel punto ritorneremmo ad applicare quanto detto al punto 1). Allora, se stiamo usando Internet Explorer, selezioniamo la voce HTML del menù Visualizza per far comparire il codice HTML della pagina; lo esaminiamo e scopriamo che a un certo punto c'è la marcatura:
<IMG SRC="../pic/oldman2.gif" ALT="doctor lazarus - icona di Lazzaro che cammina con bende che si srotolano" ALIGN="LEFT" WIDTH="36" HEIGHT="50">
Questo ci dice che nel sito che ospita la pagina c'è, nella stessa cartella della pagina, una cartella pic che contiene il file oldman2.gif che serve a noi.
Allora dalla URL
http://www.unibg.it/lazzari/comesifa.htm
tagliamo il nome del file HTML, ottenendo
http://www.unibg.it/lazzari/
e poi attacchiamo il nome del file grafico, completo di cartella
http://www.unibg.it/lazzari/../pic/oldman2.gif
A questo punto il giuoco è quasi fatto: la nostra immagine sarà importata con la marcatura:
<IMG SRC="http://www.unibg.it/lazzari/../pic/oldman2.gif" ALT="Prove tecniche di trasmissione a colori">
In alternativa a quanto detto sopra, proviamo a fare un po' di pratica di inglese e andiamo a leggere un interessante articolo dal titolo Adding and uploading images, di Jennifer Kyrnin. Notare che l'articolo tratta anche (sinteticamente) del processo di trasferimento (uploading) delle immagini e delle pagine HTML dalla macchina di sviluppo (per esempio il PC di casa) al sito destinato a ospitarle in linea.
Per far questo andiamo a visitare il sito della International Phonetic Association e seguiamo i suggerimenti che ci offre.
In particolare, possiamo scaricare gratuitamente i caratteri messi a disposizione dalla SIL International.
Marco Lazzari
Università di Bergamo Dip. di Scienze della formazione e della comunicazione via Salvecchio, 19 24129 Bergamo |
Tel 035 2052 256
mlazzari@unibg.it www.unibg.it/lazzari/ |
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